Treni, strade e il ponte sullo Stretto, il sogno infranto del Sud

Oltre 150 anni dopo l’unità nazionale, la Campania sembra la fine del mondo conosciuto, dopo di essa esistono solo montagne poco conosciute o isole

Treni, strade e il ponte sullo Stretto, il sogno infranto del Sud

Le antiche mura dell’Arco di Adriano svettano ancora sul vecchio tracciato dell’Appia Antica. L’impero romano era famoso per la sua rete viaria, infrastruttura che è stata uno dei segreti del suo successo. Tanto che l’Appia, come la maggioranza delle vieconsolari, sono ancora in funzione.

Le strade e i trasporti in generale, sono il fondamento su cui nei secoli sono stati costruiti imperi e stati. Eppure questa è una delle lezioni che l’Italia e l’Unione Europea non sembrano ancora aver del tutto imparato. Oltre 150 anni dopo l’unità nazionale, la Campania sembra la fine del mondo conosciuto, dopo di essa esistono solo montagne poco conosciute o isole.

Google Maps indica una distanza di 500 chilometri di strada tra Napoli e Reggio Calabria. Un pezzo enorme di paese non collegato dall’alta velocità, con un’autostrada appena terminata di solo due corsie e con una rete viaria secondaria del tutto non corrispondente alle reali esigenze della Calabria, Basilicata o della Sicilia. Se si esclude la Trinacria, anche i voli aerei verso la Calabria sono molto scarsi. Eppure si tratta di un territorio vastissimo, isolato e quasi sconosciuto alla maggioranza degli italiani. I pochi che ci vanno lo fanno per turismo, non di certo per business.

Pensare di risolvere le disuguaglianze del paese, quando lo Stato non è nemmeno capace di collegarlo al suo interno, sembra molto complesso.

Sicuramente costruire la Salerno Reggio Calabria ed il porto di Gioia Tauro ha mostrato tutte le difficoltà dell’impresa di rendere meno isolato un territorio che la stessa ‘ndrangheta vuole isolato o in cui non si riesce a fare appalti pubblici senza che la criminalità organizzata tenti di metterci le mani sopra. Ma proprio per questo uno Stato degno di questo nome, non può e non deve arrendersi. Basta mettersi in coda d’estate al porto di San Giovanni per rendersi conto di quanto il ponte sullo stretto di Messina sia necessario. Se si fanno nel sismico e vulcanico Giappone, o nella San Francisco dei grandi terremoti, volendo si può fare anche in Italia.

Da poco è stata inaugurata la stazione dei treni di Zaha

Hadid ad Afragola, per ora è un edificio fantasma nella provincia campana, non resta che sperare che tra qualche anno diventi lo splendido avamposto per l’alta velocità che forse un giorno collegherà la Campania e la Puglia.

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