Cosa accadde esattamente nei due interminabili minuti in cui il treno Cremona-Milano, dopo avere impattato su un tratto di binario rotto, viaggiò fuori controllo fino a schiantarsi contro i pali della linea elettrica, subito dopo la stazione di Pioltello? E quale percezione ebbero i passeggeri di quanto stava accadendo? Sono domande cruciali, nell'inchiesta che la Procura di Milano sta conducendo sul disastro ferroviario di giovedì scorso, e che vede sotto inchiesta i vertici di Rfi e Trenord. Per questo i PM titolari del fascicolo hanno deciso che sono necessari quanti più racconti "dal vivo " si possano raccogliere dai viaggiatori del treno regionale. Delle centinaia di pendolari che erano a bordo del convoglio tre sono deceduti nell'impatto, altre decine sono rimasti feriti, e di questi c'è ovviamente l'elenco nominativo, raccolto dalla Polfer attraverso gli ospedali dove le vittime sono state medicate. Ma un racconto importante è anche quello dei passeggeri rimasti incolumi, molti dei quali si sono allontanati dal luogo dello schianto senza venire identificati.
Per questo il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, che coordina l'inchiesta, ha deciso una mossa inconsueta : un volantino stampato in decine di copie verrà affisso a partire da domani in tutte le stazioni successive a quella di Treviglio, dove il treno si era fermato per l'ultima volta prima dell'incidente, con l'invito a tutti coloro che si trovavano a bordo a prendere contatto con la Polfer. Un numero apposito è stato messo a disposizione per censire i viaggiatori e convocarli per l'interrogatorio. Ad interessare l'inchiesta potrebbero essere soprattutto i passeggeri dei primi vagoni, quelli più vicini alla locomotiva, a bordo della quale il macchinista pare che non si sia accorto di quanto stava accadendo alle sue spalle.
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