Il tribunale annulla l'espulsione dell'ex senatore Lusi del Pd

Le toghe si intromettono anche su chi può o no essere iscritto a un partito

Il tribunale annulla l'espulsione dell'ex senatore Lusi del Pd

Il tribunale civile di Roma ha dichiarato illegittima l'espulsione dal Pd dell'ex senatore Luigi Lusi. Lo ha deciso il giudice Stefano Cardinali, che ha accolto una istanza dei legali chiarendo che "l'esclusione dal partito, comminata senza la preventiva contestazione degli addebiti e senza consentire all'interessato alcuna possibilità di interloquire al riguardo deve considerarsi in contrasto con i principi costituzionali che tutelano la libertà di associazione e il metodo democratico cui devono ispirarsi le associazioni partitiche che concorrono a determinare la politica nazionale, con conseguente invalidità della delibera di espulsione oggetto della presente impugnazione che, pertanto, deve essere annullata".

Lusi, il 2 maggio dello scorso anno, è stato condannato dal tribunale penale di Roma, ad 8 anni di reclusione per appropriazione indebita. In pratica è accusato di aver preso dalle casse della Margherita, circa 25 milioni di euro. Il tribunale ha però negato il risarcimento richiesto da Lusi, e ha dichiarato "compensate per metà fra le parti le spese del presente giudizio" e ha condannato "il Partito Democratico a rimborsare a Luigi Lusi la restante metà".

Era il 6 febbraio 2012 quando, a pochi giorni dall'esplosione dello scandalo per i rimborsi elettorali, i garanti del Pd decisero di cacciare il senatore ex tesoriere della Margherita.

Secondo il tribunale "il provvedimento deve considerarsi illegittimo per non essere stato preceduto da alcuna contestazione in ordine agli addebiti sui quali l`irrogazione della sanzione si fondava. Premesso che deve ritenersi necessaria la preventiva contestazione degli addebiti all'interessato".

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