Anche stavolta i ragazzi della maturità sono dovuti passare sotto le forche caudine del luogocomunismo. Gli argomenti della prima prova d'esame, infatti, rispecchiano quella «agenda implicita« che un certo progressismo va imponendo da anni, ostacolando ogni dibattito. Non sorprende, quindi, che ai ragazzi chiamati a concludere il loro percorso nella scuola secondaria si sia rifilato un brano del fisico Giorgio Parisi, che di recente ha ottenuto il premio Nobel per i suoi studi sui sistemi complessi, ma che soprattutto non perde occasione di portare il suo sostegno alla causa dell'emergenzialismo climatico. Perché la scienza è dubbio, ricerca incessante e confronto tra tesi, ma a sentire alcuni sembra che si abbia una conoscenza compiuta di quel che riguarda il mutamento climatico e delle risposte da dare. Da scienziato, Parisi ammette che le nostre conoscenze in materia sono ancora assai limitate («anche gli scienziati non sanno tutto» frase un po' buffa, ma vera), eppure questo non l'esime dal suggerire massici interventi politici.
Sulla medesima lunghezza d'onda si colloca il brano di Luigi Ferrajoli, di cui è stato proposto un pezzo che inneggia alla necessità di costruire un unico ordine politico: una costituzione per la terra, e quindi anche uno Stato mondiale. Il trait d'union tra Parisi e Ferrajoli è chiaro, tanto più che entrambi evocano la crisi del Covid-19, ed è nella logica sostenuta da quei politici, imprenditori e scienziati che da decenni sostengono che, di fronte a problemi globali, sia necessario dotarsi di istituzioni analogamente globali. Il che, ovviamente, non è per nulla scontato. La prova di italiano della maturità dovrebbe essere un'occasione, per lo studente, di formulare una propria visione: entro un cambio aperto a tesi contrastanti, tutte legittime.
Cosa succede, però, quando soltanto una posizione è ammessa e ai candidati viene chiesto di esaltare il Bene (o quello che tale è definito) e deprecare il Male? Anni fa l'antropologo francese Louis Dumont spiegò che ci sono popoli che purtroppo tendono a collocarsi al di sopra degli altri; non così i francesi, che sono ugualitari e profondamente persuasi che tutti gli uomini abbiano la medesima dignità, anche se poi essi ritengono che unicamente i francesi sappiano cogliere tutto ciò fino
in fondo... Ecco: quello che ironicamente Dumont rilevava dei propri concittadini si può dire dei progressisti nel loro insieme, sempre pronti a celebrare una falsa tolleranza che si converte immancabilmente nell'opposto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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