Una trentina di anni fa, durante una riunione di redazione del Corriere della Sera, mentre eravamo tutti seduti attorno al mitico tavolo che all'inizio del Novecento il direttore Luigi Albertini aveva fatto fare (...)
(...) sul modello di quello del Times, un caporedattore delle cronache italiane fece l'elenco delle notizie di giornata, e solo alla fine disse: «Ci sarebbe anche quella storia della statuetta della Madonna di Civitavecchia, ma lascerei perdere queste fesserie». Il direttore, che era Paolo Mieli, lo gelò: «Io non sono credente, ma da giornalista ti dico che non capisci niente. Se quella statuetta piange davvero, vuol dire che Dio esiste. E non c'è notizia più interessante di questa per ogni essere umano». Da persona intelligente qual è, Mieli aveva spazzato via i risolini, le alzate di spalle, le battute sprezzanti che riguardano il soprannaturale. Non sappiamo se esistono i miracoli. Ma sappiamo che non sappiamo niente di niente: neanche del perché esistiamo. Tutta la vita è mistero. E i miracoli, le apparizioni, i fenomeni soprannaturali possono aprire una porta sull'ignoto. Quindi massimo rispetto e nessun pregiudizio: se Dio esiste, chi siamo noi per decidere come deve intervenire nel mondo? Può anche essere che una pastorella analfabeta come Bernadette Soubiruos conti più dell'intera Scolastica di San Tommaso. Ma, premesso questo, la Chiesa fa bene, benissimo a mettere un fermo al proliferare di Madonne che piangono, apparizioni, messaggi a puntate che arrivano dal Cielo. «Dio, se c'è, è nascosto», diceva Pascal. E, a volte, la nostra pretesa di stanarlo dal suo nascondiglio produce illusioni, allucinazioni, abbagli, quando non inganni e truffe. Finora il giudizio della Chiesa sui fenomeni presunti soprannaturali era allargato ai vescovi locali, che si avvalevano di commissioni di esperti. A Lourdes, ad esempio, un caso viene girato all'esame degli ecclesiastici solo quando il Bureau Medical ha sentenziato che una guarigione è «scientificamente inspiegabile». Ma anche qui c'è da andare con le pinze, perché quel che non è spiegabile oggi lo potrebbe essere domani. E poi, dopo Lourdes, e forse soprattutto negli ultimi decenni, troppa confusione è cresciuta. È il caso di Medjugorje, dove il vescovo si è sempre detto contrario, mentre i frati del posto si dicono certi delle apparizioni. E così il Papa ha deciso che su queste vicende lui solo può esprimersi.
Può sembrare un atto autoritario, come è nello stile di questo Pontefice. Ma forse è un bene. Come sarebbe un bene ricordare che «fede» vuol dire fidarsi, e che quindi si crede con il cuore, senza contare su quella prova che la nostra ragione vorrebbe.
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