Arrivare davanti alla casa prenotata per le vacanze, citofonare e scoprire che è abitata o, peggio, che l'appartamento per cui si è già pagato il fitto non esiste affatto. È successo a 254 persone che sono state truffate da un'organizzazione criminale per un totale di 350 mila euro. Ventidue le persone denunciate che si erano specializzate nelle truffe online sulle case vacanza: si registravano con diversi profili sui portali - questi sì legittimi - che operano nel settore immobiliare e proponevano appartamenti in fitto a Rimini, Riccione, Gallipoli ma anche a Courmayeur, Livigno e Bormio. Solo a Milano le vittime sono state 254. Dalle loro querele è partita l'indagine condotta dalla Polizia Postale di Milano che ha accertato molti altri casi, per un totale di 600 persone truffate. A capo dell'organizzazione ci sarebbero due fratelli milanesi.
L'organizzazione criminale aveva una struttura ben precisa, divisa in tre gruppi. Il primo, formato da cittadini italiani ritenuti i capi e promotori dell'associazione, si occupava di inserire progressivamente gli annunci sui portali online. Seguivano poi le trattative telefoniche con le vittime e, infine, incassavano i proventi della frode. Il secondo gruppo era composto da cittadini rumeni che si occupavano di procacciare i prestanome che, previo compenso, attivavano conti correnti grazie ai quali potevano disporre delle carte di pagamento per far confluire i proventi illeciti. Il terzo gruppo, infine, rappresentava la manovalanza ed era composto da cittadini italiani e stranieri che dietro un corrispettivo attivavano in banca quanti più conti correnti possibili, fornendo successivamente ai promotori i codici dispositivi per i servizi di home banking e le tessere bancomat necessarie al prelievo. Per l'apertura di ogni conto corrente potevano incassare fino a 700 euro, per l'attivazione di una carta fino a 200 euro.
Gli affittuari contattavano telefonicamente gli inserzionisti accordandosi sull'importo e sulle modalità di pagamento della caparra necessaria a bloccare l'abitazione. I truffatori si recavano spesso nelle località turistiche per effettuare dei sopralluoghi ed essere in grado di fornire quante più informazioni possibili alle vittime, persino con l'indicazione dei migliori ristoranti del posto, che finivano per credere di parlare davvero con un abitante del luogo. Il pagamento avveniva mediante bonifico bancario verso un interlocutore (un prestanome sempre diverso) di nazionalità italiana. All'atto della prenotazione gli indagati inviavano agli interessati anche un finto contratto di locazione, allegando i documenti d'identità dei finti proponenti (che in realtà riproducevano i volti dei prestanome) in modo da acquisire la fiducia necessaria per effettuare i pagamenti senza indugio per poi rendersi irreperibili. I turisti una volta giunti sul posto scoprivano che le abitazioni erano inesistenti oppure all'interno degli appartamenti trovavano i proprietari, ignari delle operazioni di locazione.
Gli investigatori della Polizia Postale hanno condotto attività tecniche sulle connessioni internet e sugli account email accanto a quelle tradizionali di osservazione e pedinamento nei confronti di due fratelli milanesi, ritenuti elementi chiave dell'organizzazione. Numerosi i telefoni cellulari e le schede telefoniche utilizzate per le inserzioni: su di essi, per individuarli, i due criminali apponevano adesivi con i dati del luogo e dell'abitazione oggetto della truffa. Una struttura organizzativa complessa quella ricostruita dagli investigatori, che ha confermato i ruoli ricoperti dagli indagati e le finalità illecite.
I consigli per evitare le truffe
La Polizia Postale e delle Comunicazioni dà alcuni consiglia ai cittadini che organizzano le proprie vacanze online per evitare le truffe:
- Accertarsi dell'esistenza dell'immobile o della struttura di destinazione; di eseguire analisi social online sull'immobile e sui proponenti;
- Verificare la ridondanza della proposta e delle stesse foto dell'immobile su annunci diversi con riferimenti telefonici, Iban ed e-mail di locatori diversi;
- Verificare l'attendibilità dei siti dove la proposta è presentata;
- Contattare, se del caso, gli uffici del turismo presenti nelle principali località;
- Procedere al pagamento online mediante sistemi sicuri e certificati;
- Consultare il sito del Commissariato di polizia online (www.
commissariatodips.it) dove la Polizia fornisce continui aggiornamenti sull'evoluzione del fenomeno criminale, inviando tempestiva segnalazione sull'apposita sezione in caso di scoperta di un meccanismo truffaldino online.Truffe case vacanza, gli annunci sui portali specializzati
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