Tutte le inchieste sugli sbarchi fantasma

La più importante indagine sul fenomeno degli sbarchi fantasma risale al giugno 2017, quando per la prima volta è stata accertata l'organizzazione di "viaggi di lusso" simili a quelli scoperti con il blitz odierno: emerge forte il sospetto di infiltrazioni terroristiche.

Tutte le inchieste sugli sbarchi fantasma

Era il 6 giugno 2017 quando, nel cuore della notte, su disposizioni della Procura di Palermo gli uomini della Guardia di Finanza del capoluogo siciliano e di Trapani arrestavano 15 persone: per loro, l’accusa era quella di favoreggiamento dell’immigrazione e di aver costituito una vera e propria banda per far approdare in Sicilia soggetti descritti come “pericolosi personaggi”.

Si è trattato della prima inchiesta, molto simile a quella di queste ore, in cui gli inquirenti hanno puntato il dito sui cosiddetti “viaggi di lusso” delle traversate. Non si tratta dei normali sbarchi che da anni si è abituati a vedere, fatti con piccoli gommoni e con la gente pericolosamente stipata a bordo: le traversate, in questi casi, erano effettuate con gommoni veloci e sicuri, i quali rendevano il viaggio confortevole dalle coste tunisine fino a quelle trapanesi.

L’inchiesta odierna altro non è che la prosecuzione di quella che ha scaturito gli arresti di giugno; gli inquirenti non hanno dubbi: a potersi permettere questi viaggi sono persone abbienti oppure, ancora peggio, soggetti spinti e finanziati dalla criminalità. In poche parole, il forte sospetto è che ad organizzare questi viaggi siano persone vicine anche ad ambienti terroristici: tutto ruota intorno all’inchiesta del giugno scorso quando, nelle intercettazioni, i soggetti indagati parlavano di “personalità di spicco” che dovevano arrivare in Sicilia dalla Tunisia.

Altre volte gli inquirenti hanno voluto sottolineare il possibile nesso tra sbarchi fantasma, come quelli scoperti nell’indagine sopra riportata, e terrorismo: nello scorso mese di luglio il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, ha parlato esplicitamente della possibilità che, tra chi sbarca quasi indisturbato in Sicilia, possa nascondersi gente vicina ad ambienti dell’estremismo islamico.

Le inchieste volte ad individuare le menti che organizzano gli sbarchi fantasma, sono state diverse; l’ultima, prima di quella che nelle scorse ore ha portato all’arresto di 19 persone, si è avuta lo scorso 23 marzo. In quel caso, erano stati i Carabinieri a smantellare una banda di quattro soggetti, tre italiani ed uno tunisino, che da mesi organizzava approdi fantasma ancora una volta tra Marsala e Mazara del Vallo.

Due gli sbarchi accertati grazie a quell’indagine, uno avvenuto il 2 gennaio 2017 e l’altro invece il 17 febbraio sempre dello stesso anno. Le inchieste, al momento, hanno portato complessivamente all’individuazione di alcune bande composte da italiani o da tunisini che organizzano i viaggi della speranza ma il fenomeno appare molto più vasto ed ancora tutto da approfondire.

In generale, come emerso anche dagli arresti delle scorse ore, le bande appaiono molto organizzate e ben ramificate con contatti importanti soprattutto con personaggi della criminalità tunisina che operano nelle zone settentrionali del paese africano. Con l’avvicinarsi della bella stagione, aumenta inevitabilmente anche il rischio della ripresa massiccia degli sbarchi sulle coste siciliane: non sono quindi da escludere altre indagini e possibili altri blitz volti a scovare altre organizzazioni criminali.

Da registrare, nel corso di questi ultimi mesi, anche la prima condanna per uno scafista impegnato ad organizzare le traversate della speranza: Chayah Saber, tunisino di 27 anni, è stato individuato durante lo sbarco fantasma avvenuto il 22 settembre 2017 tra Porto Empedocle e Realmonte.

Portato subito a processo, per lui è scattata una condanna a sette anni di carcere: durante la fase dibattimentale, è stato possibile tracciare alcuni degli elementi più importanti del fenomeno degli sbarchi fantasma, quali il reclutamento di migranti dalla Tunisia ed il pagamento di circa 750 Euro a testa per le traversate durante il periodo estivo.

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