Tutti i retroscena sul reclutatore dell'Isis espulso dall'Italia

Le dinamiche legate all’espulsione di Alban Haki Elezi appaiono alquanto ambigue

Tutti i retroscena sul reclutatore dell'Isis espulso dall'Italia

Le dinamiche legate all’espulsione di Alban Haki Elezi appaiono alquanto ambigue. L’uomo era stato arrestato in un'inchiesta della Procura di Brescia sul reclutamento di foreign fighters per l'Isis e poi scarcerato dal Tribunale del Riesame perché mancherebbero prove sui rapporti tra Alban e la Siria. L’indagato è successivamente stato rimpatriato con un volo Milano-Tirana in quanto ritenuto “socialmente pericoloso”. Un elemento che non sembra però essere stato ripreso dai giornali italiani è che Alban Elezi era stato estradato dall’Albania all’inizio di giugno 2015: fatto ripreso dalla stampa albanese, con tanto di documento del Ministero degli Affari Interni che illustra come la Procura di Brescia abbia richiesto l’estradizione, messa in atto grazie alla collaborazione tra l’Interpol di Tirana e quella di Roma, con l’accusa di reclutamento a favore dell’Isis.

La famiglia Elezi-Balliu è ben nota in Albania in quanto a radicalizzazione; fonti investigative rendono infatti noto come Alban Elezi faccia parte dello stesso nucleo familiare di Balliu Idajet, morto in Siria nell’agosto 2014 mentre combatteva nelle file della sanguinaria brigata di Lavdrim Muhaxeri. Sempre secondo le medesime fonti, Balliu era stato aiutato a raggiungere la Siria proprio da Alban.

Ma non è tutto: Hassan e Servet Balliu, fratelli di Idajet, hanno provato anche loro a raggiungere la Siria e sono entrambi stati accompagnati da Alban all’aeroporto di Tirana, rispettivamente in data 13-04-2014 e 31-08-2014, entrambi fermati in loco dalle autorità albanesi.

Inoltre, il 25 luglio 2014, quando Idajet Balliu veniva gravemente ferito, Alban Elezi aveva tentato di mettersi in contatto con Anass El Abboubi, il marocchino unitosi all’Isis e anch’egli scarcerato nel giugno 2013 dal Tribunale del Riesame di Brescia.

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