Lerner fa il bodyguard di Soros: "Vi spiego perché lo ammiro..."

Su Repubblica Lerner difende il finanziere George Soros dai "populisti": "Neanche fingerò di dissimulare la curiosità e l'ammirazione che mi suscita un personaggio tanto controverso"

Una combo di Gad Lerner e George Soros
Una combo di Gad Lerner e George Soros

Secondo Gad Lerner, il finanziere George Soros è "l'uomo reso impopolare da una straordinaria campagna mondiale di denigrazione allestita dai propagandisti della destra sovranista". Nel recensire su Repubblica l'ultimo libro del magnate, Democrazia! Elogio della società aperta (einaudi editore), Gad Lerner difende a spada tratta - per l'ennesima volta - il fondatore dell'Open Society Foundations, figura per la quale prova "ammirazione". Il libro, ammette il giornalista e presentatore televisivo, "non è un granché. Raccoglie disordinatamente analisi di scenario in parte già superate. E questa, se volete, è la scusa non richiesta con cui neanche fingerò di dissimulare la curiosità e l'ammirazione che mi suscita un personaggio tanto controverso. Se vale la pena di leggerlo ugualmente è difatti per l'autonalisi cui si sottopone, con disarmante sincerità, una figura così enigmatica".

George Soros, secondo Gad Lerner, "avrebbe potuto accontentarsi di collezionare opere d'arte, abitazioni favolose, vizi da nababbo. Facendo magari anche un po' di beneficienza. Ma una prospettiva simile non avrebbe saziato la sua vanità". Il finanziere decide quindi di "darsi da fare per risolvere l'apparente contraddizione tra un filantropo egocentrico e una fondazione altruista". Eccoci, prosegue Lerner, "sotto gli occhi la figura più detestata dai populisti: il ricco liberal che sposa ideali progressisti anche quando entrano in contraddizione con i suoi interessi materiali". Non è un caso, aggiunge, "se per i populisti Soros diventa una specie di incarnazione del demonio. Sopportano volentieri, all'occorrenza, che dei miliardari si mettano alla testa dei loro movimenti reazionari. Ma considerano intollerabile che finanzino associazioni di segno opposto".

Lerner, da prete laico e politicamente corretto, "assolve" dunque i peccati del magnate di origini ungheresi che ammira per le sue attività "filantropiche". Lo dipinge come un semplice milionario, in cerca di redenzione e che ora - dal suo punto di vista - fa del bene, sposando la causa liberal-progressista contro le destre sovraniste e i regimi autoritari. Dimentica, curiosamente, un dettaglio fondamentale: l'avversarione verso Soros non nasce dal fatto che quest'ultimo si sia semplicemente arricchito nel corso degli anni. Ma come lo ha fatto.

Cosa non dice Lerner su Soros

Gad Lerner evita accuratamente di menzionare le critiche più strutturate e documentate mosse all’operato dello speculatore. L'attività in Italia del finanziere di origine ungheresi con ambizioni filantropiche, che si ispira al filosofo Karl Popper, è storia degli ultimi 30 anni. Amico di Romano Prodi, Soros diventa celebre nel nostro Paese durante il cosiddetto "mercoledì nero" del 16 settembre 1992, quando la lira italiana e la sterlina inglese sono costrette ad uscire dal Sistema Monetario Europeo (Sme) a seguito di una speculazione finanziaria da lui condotta attraverso il fondo Quantum. Quel giorno, lo "squalo" della finanza vende lire allo scoperto comprando dollari, costringendo così la Banca d'Italia a vendere 48 miliardi di dollari di riserve per sostenere il cambio e portando la nostra moneta a una svalutazione del 30%.

Come ha dichiarato in seguito all'Huffington Post nel 2013, "gli speculatori fanno il loro lavoro, non hanno colpe. Queste semmai competono ai legislatori che permettono che le speculazioni avvengano. Gli speculatori sono solo i messaggeri di cattive notizie". L’ex presidente del Consiglio Bettino Craxi racconta quei giorni drammatici in una rara intervista (guarda qui): "Il finanziere squalo Soros fece una colossale speculazione sulla lira, guadagnando non so quale cifra colossale. Dopo questa sua impresa, a riconoscimento, ebbe la laurea ad honoris causa dell’Università di Bologna. Grandi intrighi, grandi avventure, alle quali sono portati grandi gruppi finanziari". Come ha ribadito anche in una recente intervista per il Correre della Sera, da parte dello stesso Soros non c'è alcun rimpianto per quella celebre speculazione: "Nessun rimpianto, ho semplicemente anticipato gli eventi. Perciò lo considero un mio successo. Ho sempre agito nel rispetto delle regole. Se non lo considerassi un comportamento appropriato, non lo difenderei mai".

Probabilmente per Lerner agire così palesemente contro i nostri interessi nazionali non è un problema, ma per qualcuno lo è.

Altro quesito non trattato nell'elogio del giornalista: interferire nella sovranità dei governi solo perché si è milionari e a capo di una rete filantropica è davvero così democratico? Donald Trump, che Gad tanto odia, sarà anche un "reazionario", ma governa perché ha vinto le elezioni ed è stato indicato e voluto dal popolo...Soros e il suo "ego" no.

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