Ubriaco al volante assolto in appello: "Guidava piano"

Restituita anche la patente

Ubriaco al volante assolto in appello: "Guidava piano"

Un 33enne di Treviso è stato assolto in appello dopo essere stato condannato per guida in stato di ebbrezza.

Perché né guidava ad alta velocità, né aveva dato in escandescenza con gli agenti al momento dell'alcol test.

Il fatto risale alla notte del primo maggio 2016, quando l’uomo venne fermato a Villorba, nel trevigiano, per un controllo stradale di routine e risultò positivo all'etilometro: 1,10, ovvero 0,30 oltre il limite consentito dalla legge.

Ma la prova del palloncino gli fu sottoposta non in seguito a un incidente e neppure in conseguenza di un’infrazione del codice della strada, come per esempio una guida imprudente ad alta velocità. Niente da fare comunque: quello 0,30 gli costò il rito abbreviato, con l’aggravante che il fatto era avvenuto tra le 22 di sera e le 7 del mattino. La pena? Venti giorni di arresto, mille euro di multa e otto mesi senza patente.

Ubriaco alla guida condannato e poi assolto

In seguito alla dura condanna l’avvocato dell’uomo decise di ricorrere alla Corte d’Appello di Venezia, facendo leva sulla tenuità del fatto accaduto, sulla collaborazione del 33enne con gli agenti che lo fermarono e rifacendosi anche un precedente caso di giurisprudenza, come spiega La Tribuna di Treviso.

Infatti, in una pronuncia della IV sezione penale della Corte di Cassazione del 2015, gli ermellini avevano stabilito il principio dell'applicazione della tenuità del fatto anche rispetto al reato di guida in stato d'ebbrezza lì dove il fatto non descrivesse una particolare pericolosità del comportamento dell'imputato.

Insomma,

una decisione che fa storia e che costituisce un precedente in grado di disinnescare le conseguenze penali per gran parte dei procedimenti a carico di chi è stato trovato moderaramente ubriaco al volante.

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