David Bennett era stato il primo uomo a cui era stato trapiantato un cuore animale, ma solo due mesi dopo l'operazione avvenuta a genaio il suo stato di salute si è aggravato fino al decesso per cause che fino ad oggi non erano state accertate.
Il mondo della medicina era rimasto impressionato da come l'uomo stava reagendo all'intervento, unico nel suo genere. Il trapianto era stato condotto dai professionisti dell'Università del Maryland e inizialmente non vi era stata alcuna complicazione. L'entusiasmo però è durato poco e la salute dell'uomo è peggiorata portando alla morte il paziente dopo 60 giorni.
L'evento unico
Bennett aveva accettato l'operazione dopo essere stato messo in varie liste d’attesa per ricevere un cuore umano. Data la particolare gravità della patologia di cui soffriva, l'unica soluzione rapida era quella di procedere con il trapianto di un cuore animale, un maiale precisamente. Il paziente dopo l'intervento non ha mostrato alcun segno di rigetto dell’organo geneticamente modificato, ma nonostante stesse bene e avesse cominciato a fare fisioterapia, non era stato ancora dimesso dall'ospedale. Dopo qualche giorno di stazionarietà la situazione è peggiorata in modo sempre più fino al decesso dell'uomo avvenuto lo scorso 8 marzo.
Le analisi sul caso
Pare che i medici abbiano trovato una risposta a ciò che è avvenuto. Gli scienziati del Maryland, dopo vari studi sul corpo della vittima, hanno fatto sapere di aver trovato nell’organismo della vittima tracce di Citomegalovirus Suino, un noto virus che infetta i maiali. La precaria situazione di salute e la presenza del virus nel suo organismo sarebbero state letali.
Le ricerche però non si sono fermate e gli interrogativi rimangono molti. Pare infatti che il cuore del maiale trapiantato fosse stato modificato geneticamente, in modo che il sistema immunitario dell'uomo non rigettasse l'organo animale. Inoltre, prima di effettuare l'operazione, gli scienziati avevano effettuato numerosi screen sul suino per rivelare ogni minima traccia di virus o malattie che potessero mettere a rischio la salute dell'uomo già molto fragile. Dalle prime ricerche i medici non avevano rivelato alcune anomalie e per questo avevano dato il via per l'operazione. La prima segnalazione del virus è avvenuta circa 20 giorni dopo l'intervento, ma non aveva allarmato i medici perché si trovava a un livello quantitativo così basso da far sembrare che si trattasse di un errore. Oggi invece si pensa che proprio il citomegalovirus sia stata la causa che ha provocato il peggioramento dello stato di salute del signor Bennet.
"Abbiamo capito una cosa importante e in futuro probabilmente riusciremo ad evitare il
problema, ma dobbiamo proseguire con l’obiettivo di utilizzare organi animali per salvare vite umane", ha detto in un'intervista il dottor Bartley P. Griffith, medico che ha eseguito il trapianto dell'uomo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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