Vacanza da incubo, 100 ragazzi in ospedale: cosa è successo

È successo a un gruppo bresciano che la settimana scorsa aveva preso in gestione una struttura alberghiera a Bormio, in provincia di Sondrio, a circa 2 mila metri di altitudine

Un centinaio di ragazzi si è ammalato al Grest andando agli Spedali Civili di Brescia
Un centinaio di ragazzi si è ammalato al Grest andando agli Spedali Civili di Brescia

Il Grest estivo della parrocchia diventa un inferno, con una serie di malesseri apparentemente inspiegabili e un centinaio di ragazzi che hanno accusato febbre alta, vomito e tosse. È successo a un gruppo bresciano che la settimana scorsa aveva preso in gestione una struttura alberghiera a Bormio, in provincia di Sondrio, a circa 2 mila metri di altitudine. Un albergo isolato che ha visto giovani e adulti fare solo una gita in un rifugio a 3 mila metri. Poi, a qualche giorno dall'arrivo, più della metà di loro ha iniziato a stare male, ammalandosi tutti entro pochi giorni. I sintomi hanno costretto i ragazzi a recarsi al pronto soccorso degli Spedali civili di Brescia una volta tornati a casa. A tutti è stato somministrato un antibiotico, col timore che si trattasse legionella. Sia l'Ats della Montagna che quella di Brescia hanno invece escluso un’intossicazione alimentare o un cluster di Covid, al quale solo un componente del gruppo è risultato positivo. La settimana prima un altro gruppo aveva soggiornato nella stessa struttura e nessuno si era ammalato. I dubbi verranno fugati dalle analisi sulle tubature della zona e su altri campioni prescritti dalla Ats Montagna, i cui risultati dovrebbero arrivare nei prossimi giorni.

Il racconto dell’epidemia

Circa 45 persone, tra minorenni e maggiorenni, hanno avuto febbre molto alta – ha raccontato il curato, don Andrea Rodella, che al Grest si è pure ammalato –. Ats Brescia sta gestendo i sintomi e le terapie, mentre ho allertato l’Ats competente per Bormio per fare delle indagini anche sulla struttura“. Che cosa sia successo per ora ancora non è dato a sapere.

Il giallo delle cause

Secondo quanto riferito dagli organizzatori nessuno ha mangiato o bevuto cose strane. Eppure c’è chi ha avuto febbre anche molto alta, tosse e i classici sintomi da virus influenzale. Per questo Don Andrea ha chiesto di analizzare anche l’acqua della struttura che “magari un tempo era potabile e oggi non lo è più". Ats Montagna ha replicato immediatamente. “Abbiamo effettuato i necessari controlli sulle acque e i sistemi idrici per escludere l'intossicazione alimentare e la legionella - hanno detto -. I risultati arriveranno in una decina di giorni, ma ci sentiamo di dire che non crediamo sia legionella.

La settimana precedente un altro gruppo è stato nell'hotel e non ha avuto problemi e, nei giorni in cui i componenti della parrocchia sono stati a Bormio, ci sono state piogge e un abbassamento di temperatura che potrebbero aver generato i sintomi di febbre e raffreddore“.

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