Anche la Pasqua 2021 sarà celebrata e vissuta sotto il segno di forti limitazioni per limitare i contagi di coronavirus. Eppure non tutto è perduto. Perché chi deve andare all’estero, anche per una semplice vacanza, ne avrà la possibilità. Il viaggiatore, infatti, potrà raggiungere l’aeroporto anche se si trova in una Regione arancione o rossa.
È stato il ministero dell’Interno a confermarlo nelle scorse con una nota protocollata. Una buona notizia? Solo in parte. È vero che questa decisione può rappresentare un primo segnale che attesta un ritorno, seppur lento, alla normalità. Ma, al contempo, ha scatenato un mare di polemiche. Perché c’è chi ha fatto notare che questa scelta crea una sorta di disparità tra il sistema di ospitalità italiano, duramente colpito da restrizioni e divieti nel corso dell’ultimo anno, e quello straniero.
Tra i primi a far sentire la sua voce sulla delicata questione degli spostamenti per effettuare una vacanza all'estero è stato Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, che non ha risparmiato critiche al governo. "Gli alberghi e tutto il sistema dell’ospitalità italiana sono fermi da mesi, a causa del divieto di spostarsi da una regione all’altra. Non comprendiamo come sia possibile autorizzare i viaggi oltre confine e invece impedire quelli in Italia", ha protestato Bocca in una intervista al Corriere della Sera.
Lo stesso Bocca ha evidenziato quanto sia contraddittoria la situazione: "Non mi posso muovere dal mio Comune, ma posso volare alle Canarie: è assurdo, mentre l’85% degli alberghi italiani è costretto a restare chiuso". Il presidente di Federalberghi ha annunciato di aver ricevuto, solo tra sabato e domenica, centinaia di telefonate di albergatori arrabbiati per la disparità di trattamento e preoccupati per il loro futuro. "Si sentono presi in giro. Se ci sono delle regole da rispettare si rispettano, ma poi se queste valgono solo per alcuni, non possiamo accettarlo", ha spiegato Bocca evidenziando come da un lato si chiudono gli italiani in casa “ma poi li facciamo andare in tutto il mondo: così si ammazza il turismo italiano. Sembra che la mano destra non sappia cosa fa la sinistra".
Lo stesso Bocca ha ricordato che gli albergatori fossero pronti a riaprire per Pasqua. Molti avevano già riaperto, "come il Gritti di Venezia ad esempio. Poi è arrivato il nuovo decreto sulla zona rossa durante le vacanze, con il divieto di circolazione tra le regioni e siamo dovuti ritornare indietro". Secondo il presidente di Federalberghi si poteva percorrere un’altra strada, così da dare un primo segnale di ripartenza: "Nelle città d’arte, dove non arrivano turisti da un anno, si poteva pensare di lasciare andare gli italiani. Invece, sono fermi in casa. Oppure possono andarsene liberamente all’estero, o perfino in crociera".
Questa disparità di trattamento sul tema spostamenti e vacanza proprio non piace a Bocca che ha sottolineato come il nostro turismo subirà altri gravi danni dal fatto che gli italiani non possono muoversi nel nostro Paese ma sono liberi di andare all’estero praticamente senza restrizioni. "Basta un tampone alla partenza e al rientro", ha evidenziato il presidente di Federalberghi che ha ammesso di aver pensato, al momento della proclamazione della zona rossa per Pasqua, che fosse prevista almeno la quarantena per chi va all’estero. Per Bocca, così facendo "gli altri Paesi ne approfittano. Sembra che la Spagna ci dica “venite da noi”, così come la Grecia dove da mesi si stanno organizzando per l’estate". Un esempio concreto è rappresentato dalle migliaia di turisti tedeschi che si stanno riversando alle Baleari. Una situazione che potrebbe replicarsi in estate. Il tutto a danno del nostro settore turistico.
Bocca ha, poi, espresso amarezza per le prospettive future ancora poco chiare in merito alle vacanze degli italiani. "Siamo ancora appesi alle zone colorate e non sappiamo come organizzarci, non c’è alcuna prospettiva, anzi, per ora si parla solo di un aprile senza zone gialle, quindi ancora con il blocco tra le Regioni", ha spiegato il presidente di Federalberghi che ha ricordato come, nel frattempo, il turismo, nazionale e internazionale si organizza "perché è adesso che si pianifica" la vacanza estiva. "Ma senza alcuna indicazione certa- ha proseguito- i turisti vanno altrove: stiamo regalando turisti all’estero". Federalberghi ha un piano per ripartire in tutta sicurezza. Tra le misure vi era quella dei tamponi negli alberghi da fare all’arrivo e alla partenza. Ma la proposta è stata bocciata. "Ci hanno detto no e ci hanno chiuso, sembra che non si rendano conto di cosa stiamo rischiando", ha proseguito Bocca che ha snocciolato alcuni dati preoccupanti sulla crisi del settore alberghiero: "Abbiamo l’85% degli alberghi chiusi; i più piccoli e chi era in affitto non riapriranno più. Se non si riapre almeno a maggio, molti altri non riusciranno a salvarsi". E per salvare la situazione ed evitare chiusure a catene i ristori non bastano. "Dodicimila euro per due milioni di euro persi possono aiutare?", ha infine commentato Bocca.
In merito alla questione netta è la presa di posizione di senatore Roberto Calderoli, vice presidente del Senato e parlamentare della Lega. "Le disposizioni normative attualmente vigore prevedono che nessuno, se non per i soliti ben noti comprovati motivi, durante il periodo di Pasqua possa abbandonare il proprio Comune di residenza. Eppure grazie a disposizioni e interpretazioni provenienti dai ministeri degli Interni e degli Esteri qualcuno prevede che addirittura si possa uscire dalla propria Regione, nonostante le zone rosse, per recarsi in aeroporto per andare in vacanza in luoghi esteri che sono stati predefiniti", ha ricordato Calderoli che poi si è chiesto: “Qualcuno vuole spiegarmi la ratio che consente di derogare alle regole basilari per andare in vacanza all’estero, e conseguentemente per portare soldi all’estero, senza consentire che lo stesso possa accadere sul territorio nazionale? Qualcuno vuole spiegarmi perché un cittadino potrebbe andare a Ibiza o Formentera e non andare in un’altra Regione a poche decine di chilometri da casa, dando tra l’altro anche un ristoro vero ad una località turistica nostrana?". "Queste sono proprio cose che non comprendo", ha aggiunto il senatore della Lega che ha spiegato come si possano accettare "misure restrittive aventi una finalità preventiva rispetto alla diffusione del virus, ma devono essere applicate ad ogni livello e devono valere anche per coloro che vogliono andare all’estero". "Oppure- ha concluso- in alternativa dobbiamo consentirlo anche a casa nostra…".
La situazione, però, sembra non essere destinata a cambiare. Ecco le regole in vigore fino al prossimo 30 aprile sugli spostamenti.
Raggiungere l’aeroporto
Lo scorso 3 marzo l’Astoi, l’Associazione dei tour operator italiani, si è rivolta al Viminale per sapere se fosse consentito andare in aeroporto "in caso di viaggi per turismo verso destinazioni estere non interdette". Va ricordato che nelle Regioni arancioni è vietato uscire dal proprio Comune di residenza se non per lavoro, necessità e urgenza mentre in quelle rosse il divieto riguarda addirittura l’uscita dalla propria abitazione.
Attraverso una nota, dal gabinetto del ministro Luciana Lamorgese è stato chiarito che "sono giustificati gli spostamenti finalizzati a raggiungere il luogo di partenza di questo tipo di viaggi che, in quanto generalmente consentiti, non possono subire compressioni o limitazioni al proprio svolgimento". Quindi è consentito muoversi ma bisogna essere in possesso dell’autocertificazione. In base alle regole attuali si può andare per una vacanza nei seguenti Stati (elencati in ordine alfabetico): Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca (incluse Isole Faer Oer e Groenlandia), Estonia, Finlandia, Francia, (inclusi Guadalupa, Martinica, Guyana, Riunione, Mayotte mentre sono esclusi altri territori situati al di fuori del Vecchio Continente), Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi (esclusi territori situati al di fuori del continente europeo), Polonia, Portogallo (incluse Azzorre e Madeira), Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna (inclusi territori nel continente africano), Svezia, Ungheria, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Andorra, Principato di Monaco. In ogni caso devono essere rispettate le restrizioni locali.
Obblighi al rientro
Al ritorno in Italia dalla vacanza, invece, nella maggior parte dei casi è obbligatorio sottoporsi al tampone. Ma sono previsti anche altri obblighi per il viaggiatore che rientra nel nostro Paese. Chi torna dall’Austria, dal Regno Unito e dagli Stati Uniti deve sottoporsi alla quarantena di 14 giorni. Isolamento fiduciario al ritorno in Italia è previsto anche per chi va in Australia, Nuova Zelanda, Repubblica di Corea, Ruanda, Singapore, Thailandia. È, invece, vietato andare negli altri Stati non inclusi in queste liste per motivi di turismo.
Viaggiare per turismo in Italia
Nel nostro Paese ci sono forti limitazioni agli spostamenti. Non è consentito, infatti, muoversi tra le Regioni fino al 30 aprile se non per motivi di lavoro, salute e necessità. Per di più chi si trova in zona arancione non può uscire dal proprio Comune di residenza. Peggio va a chi vive in una Regione classificata come rossa. In questo caso è vietato uscire dalla propria abitazione. Quindi altro che vacanza in Italia.
Le visite a parenti ed amici
Piccole novità in vista della Pasqua. Dal 3 al 5 aprile tutta Italia sarà zona rossa ma saranno consentite visite a parenti ed amici, massimo in due adulti e minori di 14 anni. Rientro nelle proprie case entro le 22, quando scatterà il coprifuoco.
Andare nelle seconde case
È consentito andare nelle seconde case, anche se si trovano in zona rossa. Ma ciò vale solo per il nucleo familiare, purché la casa non sia abitata da altri. Ma in questo ambito ci sono regole che varano da Regione e Regione. In Campania e in Puglia, ad esempio, il divieto vale anche per i residenti nella Regione. In Toscana e Valle d’Aosta non possono entrare i non residenti. In Alto Adige è vietato andare nella seconda casa se non si è residenti mentre in Sardegna possono entrare soltanto i residenti ma chi arriva deve esibire un tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti o il certificato di avvenuta vaccinazione anti Covid.
Il governatore della Liguria Giovanni Toti ha firmato un'ordinanza che vieta di recarsi da mercoledì 31 marzo fino a lunedì 5 aprile compreso nelle seconde case sia all'interno che fuori dalla Regione. Il provvedimento interessa anche le imbarcazioni "perché in molte località molti turisti usano le barche come casa", ha chiarito sempre Toti.
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