Nel giorno in cui aprono gli asili, i "No Vax" danno battaglia. A Milano sono dovuti intervenire i carabinieri in due scuole per due episodi analoghi legati a bambini che non sono stati accettati a scuola perché non erano in possesso della documentazione obbligatoria sui vaccini. I militari, però, hanno fatto rispettare le recenti norme sui vaccini e i piccoli non sono stati fatti entrare. A Latisana, in provincia di Udine, invece, la bimba è stata ammessa con riserva solo per un giorno. "Vorrei dirlo molto chiaramente: non c'è alcun caos, il caos esiste solo in quei casi in cui non si vuole applicare la norma - ha commentato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin - le procedure sono state chiarite, chi vuole mettere in regola i propri figli può farlo in qualsiasi maniera e c'è la volontà dell'amministrazione di venirgli incontro".
I "No Vax" non vogliono accettare la normativa che tutela tutti i bimbi obbligando i genitori, che non lo hanno ancora fatto, a vaccinare i figli se vogliono che questi entrino a scuola. E così, nel primo giorno di asilo, non sono mancate le scenate agli ingressi. Con tanto di telefonate ai carabinieri. Un episodio è avvenuto a Milano, nella scuola materna di via Goldoni, dove, dopo il "no" della direzione all'ingresso a scuola dell'alunno per cui non erano state presentate le certificazioni, i genitori hanno chiamato i carabinieri. Come previsto dalle recenti norme sugli obblighi per i vaccini, però, non c'è stata possibilità che il bambino entrasse a scuola. Un caso analogo è, poi, successo anche a Sesto San Giovanni dove i genitori di un bambino non accettato a scuola per lo stesso motivo hanno provato a rivolgersi (inutilmente) alle forze dell'ordine.
A Latisana, invece, la bimba è stata ammessa con riserva solo per un giorno. La madre ha portato la figlia all'asilo senza i documenti della vaccinazione e, richiamata dai dirigenti della scuola perché non in regola con i documenti previsti dalla legge sull'obbligo dei vaccini, ha chiamato le forze dell'ordine. I carabinieri, che sono intervenuti sul posto, hanno fatto notare alla donna che si tratta di un adempimento previsto dalla normativa.
Alla richiesta della certificazione la mamma ha confermato di non averlo e di non essere intenzionata a produrlo, contestando nello specifico le righe finali del documento dove si precisa che i dati forniti "saranno trattati dal personale scolastico, docente e non docente".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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