Vaccini, l'Ema indaga sugli effetti di Pfizer e Johnson&Johnson

L'Agenzia europea del farmaco riporta alcuni casi di coaguli di sangue e di sindrome infiammatoria. In attesa dei risultati di due nuovi studi, non ci sarà alcuna modifica alle raccomandazioni per l'uso dei farmaci

Vaccini, l'Ema indaga sugli effetti di Pfizer e Johnson&Johnson

Il Comitato di farmacovigilanza (Prac) dell'Agenzia europea del farmaco Ema sta valutando alcuni rischi che potrebbero derivare dalla somministrazione del vaccini Pfizer e Janssen, prodotto da Johnson&Johnson.

Per quest'ultimo, l'Ema sta considerando se esiste una correlazione tra la somministrazione e alcuni casi di tromboembolia venosa (coaguli di sangue nelle vene), un effetto collaterale già inserito nel piano di gestione del rischio per Janssen come questione su cui indagare ulteriormente. Il Prac valuterà i nuovi dati provenienti da due ampi studi clinici sul vaccino e sulla possibilità che la patologia sia legata all'inoculazione, studi che dovranno essere presentati a breve dall'azienda. I casi finora riscontrati nella platea di vaccinati sono superiori rispetto a quelli registrati nei primi studi clinici utilizzati per autorizzare il farmaco.

Sempre l'Agenzia europea del farmaco sta prendendo in esame un rapporto sulla sindrome infiammatoria multisistemica (Mis), dopo il caso di un ragazzo danese di 17 anni a cui è stato somministrato il vaccino Pfizer. Il ragazzo si è nel frattempo ripreso, ma l'Ema ha ricevuto altre segnalazioni simili proveniente dai trenta Paesi che fanno parte del See, lo Spazio economico europeo.

Prima della pandemia, l'incidenza della malattia - che causa infiammazioni in diverse parti del corpo, compresi i polmoni e il cuore - era di circa 2-6 casi ogni 100mila abitanti in bambini e adolescenti e 2 casi ogni 100mila negli adulti. Per ora, specifica l'Agenzia, non ci sarà alcuna modifica alle attuali raccomandazioni dell'Ue per l'uso dei vaccini Covid-19.

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