Vaticano, arrivano importanti novità. ll Tribunale della Santa Sede ha infatti rinviato a giudizio l'ex presidente dello Ior, Angelo Caloia. Oltre all'ex vertice dell'Istituto per le Opere di religione anche Gabriele Liuzzo, avvocato di 94 anni, è stato rinviato a giudizio per le medesime contestazioni: reati di peculato ed autoriciclaggio. La notizia, secondo quanto si apprende dall'Agi, è comparsa sul sito ufficiale della "banca" del Vaticano senza ulteriori specificazioni. Il quotidiano Avvenire, invece, ha riportato i nominativi dei presunti interessati.
I reati contestati, che avrebbero riguardato anche l'allora direttore generale Lelio Scaletti, tuttavia deceduto nel 2015, sarebbero stati commessi "tra il 2001 ed il 2008 nell'ambito della dismissione di una parte considerevole del patrimonio immobiliare dello Ior con un danno patrimoniale superiore ai 50 milioni di euro". Le indagini, ricorda il giornale dei vescovi, erano iniziate nel 2014 per via di una denuncia partita dallo stesso Ior. E ancora: "Nella nota si sottolinea come questo sia "un importante passo" che conferma, "ancora una volta, l’impegno profuso negli ultimi quattro anni dal management dello IOR, per attuare una governance forte e trasparente nel rispetto dei più rigorosi standard internazionali e la volontà dell’Istituto di continuare a perseguire, attraverso il ricorso alla giurisdizione civile e penale, qualunque illecito ovunque e da chiunque commesso ai suoi danni", si legge sul quotidiano della Cei. Trasparenza e rispetto degli standard internazionali, quindi, alla base dell'azione posta in essere dall'Istituto per le Opere di Religione.
Era il 2014 quando l'agenzia brittanica Reuters diffuse la notizia del congelamento dei conti correnti bancari di tre persone: Caloia, Scaletti e Liuzzo. Il sequestro era avvenuto a "scopo cautelativo", ma le indagini avrebbero portato a qualcosa di concreto. Sempre all'epoca vennere congelati 16milioni di euro. In realtà, da quanto si può leggere qui, nel 2013 si era parlato anche di "appropriazione indebita". Caloia, come si ricorderà, venne nominato da Giovanni Paolo II in sostituzione del tanto discusso Paul Marcinkus ed è stato al vertice dell'istituzione pontifica del Vaticano per un ventennio.
Il promotore di giustizia che si era occupato del caso, cioè Gian Piero Milano, aveva ritenuto opportuno richiedere la collaborazione delle autorità italiane in quanto alcune delle vendite in questione sarebbero avvenute all'interno dei nostri confini nazionali.
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