Anche i cittadini italiani vittime di abuso da parte di sacerdoti hanno deciso di alzare la voce e portare in piazza la propria testimonianza in Vaticano. Così, nella giornata di ieri, in molti si sono riuniti per lanciare un forte messaggio rivolto alla massima istituzione della Chiesa.
A volto scoperto, indossando magliette con sopra stampata la faccia dei loro aguzzini, uomini e donne hanno manifestato contro quei membri del clero che avrebbero dovuto essere una guida e che invece, servendosi del loro ruolo, si sono macchiati degli infami reati di violenza sessuale e pedofilia. Non solo. Le vittime degli abusi si sono anche rivolte direttamente a papa Francesco, chiedendo finalmente giustizia.
Il sit in, paradossalmente il primo a verificarsi in Italia, è stato organizzato dall’associazione internazionale “Eca Ending Clergy Abuse” in collaborazione con l’ente italiano Rete l’Abuso.
La risposta del Vaticano è stata emblematica fin da prima che la manifestazione avesse luogo, dato che ai partecipanti è stato consentito di radunarsi nei giardini di Castel Sant’Angelo e non di certo in piazza San Pietro.
Ad ogni modo, una cinquantina di persone ha trovato il coraggio di sfilare mostrando foto e striscioni di protesta. In molti sono ex allievi dell’istituto per sordomuti Antonio Provolo (Verona), che ancora stanno aspettando un risarcimento per ciò che hanno dovuto passare.
Fra loro Giuseppe Consiglio, un tempo alunno di una scuola strettamente connessa al sopra citato istituto. “Le suore mi portavano nella chiesa di Santa Maria del Pianto e mi lasciavano solo con don Michele Agostino, che mi ha violentato ripetutamente. È stato molto difficile per me poter denunciare quello che mi facevano perchè non parlavo e non sapevo ancora nemmeno la lingua dei segni.”, racconta, come riportato da “Il Mattino”.
Alla protesta hanno partecipato anche Alessandro Battaglia ed Arturo Borrelli. Il primo era stato abusato sessualmente a 15 anni da don Mauro Galli di Milano, già condannato a 6 anni e 4 mesi. Insieme a lui ha sfilato anche la madre, che indossava una maglietta recante la scritta: “Mamma cattolica di una vittima di un prete”.
Borrelli, invece, è stato violentato da don Silverio Mura, un sacerdote di Napoli, che successivamente il cardinale Crescenzio Sepe inviò in un paesino del nord Italia, ad insegnare catechismo con un altro nome. “È stato chiaramente protetto dai vertici.
”, affermano i manifestanti, che puntano il dito contro la palese omertà di cui spesso si sono macchiati gli organi della Chiesa. “Basta false promesse sulla tolleranza zero. Stop agli abusi dei preti”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.