È sotto inchiesta Gianluigi Nuzzi, insieme al collega Emiliano Fittipaldi. Il giornalista, autore di Via Crucis, è sotto indagine per la diffusione di notizie riservate legate alla Santa Sede e la procura vaticana vorrebbe ascoltarlo e concludere la cosa in tempi piuttosto rapidi. Ma lui a farsi ascoltare non ci andrà.
"Ho deciso di non presentarmi - ha dichiarato Nuzzi -. In Vaticano non è prevista la 'non punibilità' che deriva dall'esercizio di un diritto come in Italia. Né è riconosciuta la possibilità di manifestare liberamente il pensiero come sancisce espressamente l'articolo 21 della nostra Costituzione. Per loro quindi chi fa cronaca è punibile".
È per questa ragione che il giornalista ha deciso di non andare a farsi interrogare, convinto che là la divulgazione di notizie riservate sia "sempre e comunque reato", a differenza di quanto accade "per la libera stampa in tutto il mondo democratico" e che manchi
"reciprocità" con l'ordinamento italiano."Se il Vaticano intende delegare - concede Nuzzi - e sentirmi per rogatoria davanti all'autorità giudiziaria italiana, valuterò ovviamente se presentarmi e cosa dire, se mi presenterò".
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