Si è conclusa ieri a tarda sera con 30 voti a favore, 8 contrari e un astenuto la maratona per l'approvazione della legge che disciplina la realizzazione o attivazione di nuovi luoghi di culto in Veneto.
Le votazioni, articolo per articolo con discussione dei 42 emendamenti presentati (36 dalla minoranza e 6 dalla maggioranza), hanno visto un confronto spesso aspro con forti contestazioni del Pd alla maggioranza. In particolar modo il contro relatore Fracasso affiancato dai consiglieri Ruzzante e Sinigaglia hanno contestato le norme che impediscono la realizzazione di luoghi di culto nelle aree industriali o artigianali, o quelle che non permettono la celebrazione di funzioni religiose, ancorché in via estemporanea, in spazi aperti.
Contestato anche l'obbligo dell'uso della lingua italiana nelle funzioni religiose o la possibilità di sottoporre a referendum nei Comuni le norme di natura urbanistica. Secondo gli esponenti del Pd "esistono forti dubbi di costituzionalità in special modo per l'articolo 2 come è stato emendato. Non siamo riusciti a far comprendere le conseguenze che questa legge porterà" è stato il commento finale del contro relatore Fracasso.
"Autonomia locale seria", ha replicato il relatore Montagnoli (Lega Nord). "Siamo convinti che serva un intervento legislativo come questo che è stato discusso oggi" ha sottolineato il tosiano Bassi. Patrizia Bardelle (M5S) preannunciando il voto contrario dei 5 Stelle ha sottolineato: "Bisogna cercare di governare attraverso la comprensione dei fenomeni. La repressione non porta da nessuna parte".
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