L'autorottamazione di Renzi

Renzi è invecchiato, precocemente. Sono bastati due anni per farlo apparire scontato, prevedibile, ripetitivo, stancante

L'autorottamazione di Renzi

Chi è quel signore di mezza età che celebra se stesso e il suo governo? Renzi è invecchiato, precocemente. Non è solo una questione di pelle, di occhiaie, di fisico, ma di quello che incarna questo ex giovanotto. Sono bastati due anni per farlo apparire scontato, prevedibile, ripetitivo, stancante. È come un cabarettista mediocre che si è giocato le battute migliori del suo repertorio e ora fatica a trovarne altre. Il rottamatore è rottamato.

Sta ancora lì con la sua lavagna elettronica con le slide che dovrebbero dare un'idea di modernità e assomigliano invece a barbose lezioni di storici locali convinti di passare per brillanti e precisi snocciolando dati e frasette. Pensa di spaventare i nemici italiani ed europei con smargiassate da bar che riescono a far scoppiare dal ridere anche una sala stampa tutt'altro che antirenziana. Come è successo ieri quando, con sprezzo del ridicolo, ha annunciato l'inaugurazione della Salerno-Reggio Calabria. Il senso del renzismo declinante è tutto nella vocazione di Matteo per i referendum. No, non solo quello sulle riforme del prossimo autunno. Lì c'è la voglia di giocarsi la partita finale contro le opposizioni, nel frattempo però si sta allenando su Facebook. Renzi chiede di scegliere la prossima riforma da fare.

Tipo: ragazzi, che facciamo? Ci occupiamo di pensioni? Di assicurazioni? O facciamo un bel programma per strade, ponti e ferrovie? O magari rimbianchiamo Palazzo Chigi? Neppure Grillo e Casaleggio sono arrivati a tanto. Il problema è che Renzi si sente solo, non sopporta più il partito, gli alleati di maggioranza, i ministri, gli amici dell'Europa e così, in pieno spirito plebiscitario, si affida a quella fetta di popolo sovrano che chiacchiera in Rete. Salvo poi piegarsi ai capricci del maggiordomo Alfano per trovare uno straccio di maggioranza sulle unioni civili.La vecchiaia di Matteo deriva però da un altro fenomeno.

Renzi si sta giocando tutto il suo futuro di promesse, speranze e risposte concrete su come uscire dalla crisi economica. Quando prese il posto di Enrico Letta sembrava la giovane scommessa vincente di un Paese che aveva bisogno di non arrendersi. Adesso, dopo due anni, il premier è un futuro anteriore. Una possibilità svanita.

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