"Il mio comune è anti-gender e non c'è neppure un migrante"

Parla il leghista Amilcare Ziglioli, sindaco anti-gender di Prevalle: "Così ho mantenuto intatte le tradizioni del mio Comune"

"Il mio comune è anti-gender e non c'è neppure un migrante"

A più di 10 giorni dalla loro installazione i tabelloni luminosi resistono alle polemiche. Siamo a Prevalle, un piccolo Comune del Bresciano che deve la sua celebrità più agli slogan del sindaco leghista Amilcare Ziglioli che alle meraviglie naturalistiche in cui è immerso.

Comunicare a suon di messaggi luminosi ormai è una vera e propria consuetudine per Ziglioli che non si cura del clamore mediatico che accompagna ogni sua esternazione. Nell’ultima si legge: “È finita la pacchia! Tornano all’anagrafe mamma e papà!”. Il riferimento è alle dichiarazioni del vicepremier Matteo Salvini che ha promesso di riportare in auge nella modulistica amministrativa la vecchia nomenclatura. Non più genitore uno e genitore due, quindi, ma mamma e papà. E quando al ministro della Famiglia e Disabilità Lorenzo Fontana è toccata la gogna per aver detto che la famiglia naturale è quella composta da una madre ed un padre (“ovvietà”, secondo Ziglioli) sui tabelloni di Prevalle si leggeva: “Onore e rispetto al ministro Lorenzo Fontana”. Anche in occasione della Festa della mamma e di quella del papà i tabelloni di Prevalle puntualmente ricordano che oggi è la “Festa della mamma (o al papà) e non del genitore uno o due”.

D’altronde, si difende Ziglioli, “io applico quello che ho messo nel mio programma elettorale e le posso assicurare che nessuno dei miei concittadini ha mai avuto nulla da ridire”. Prova ne sia che Ziglioli veste la fascia tricolore dal 2009 e in questi anni è riuscito a mantenere intatte le tradizioni del luogo pur non sottraendosi alle sfide della contemporaneità. “Nel mio Comune ci sono 7mila abitanti di cui il 20 per cento sono migranti di prima o seconda generazione ma negli edifici pubblici non rinuncio al crocefisso e nelle scuole si continua tranquillamente a fare il Presepe”. La ricetta di Ziglioli è quella di non cedere sui “valori non negoziabili” senza però negare diritti a nessuno.

E così può capitare, ed è successo, che il sindaco metta a disposizione della comunità ghanese o di quella sudanese dei locali pubblici dove campeggia il crocifisso. “Le riunioni si svolgono regolarmente e nessuno si è mai lamentato”. Anche se la comunità Lgbt dovesse affacciarsi in Comune per chiedere degli spazi, il sindaco, darebbe il suo assenso. “A me non interessa l’orientamento sessuale delle persone – chiarisce – quello che non mi va è che nelle scuole si stiano insinuando degli insegnamenti che disorientano i più piccoli”. Ecco perché Prevalle è il primo Comune d’Italia con il bollino anti-gender. “Nelle nostre scuole la teoria del gender non è mai sbarcata, anzi, lo scorso anno ho aperto uno sportello ad hoc per informare le famiglie sull’argomento”. All’epoca lo sportello anti-gender fece parecchio scalpore, il Pd presentò ben due interrogazioni parlamentari e venne persino “sguinzagliato” l’Unar. Alla fine però si è risolto tutto in una bolla di sapone.

La piccola Prevalle è inespugnabile persino per il Viminale. “Qui non ci sono richiedenti asilo, nemmeno uno, perché ho sempre puntato in piedi nei confronti della Prefettura facendo in modo che non ci fossero strutture dove poterli ospitare”.

Insomma, sembra proprio che questa antica cittadina di origine longobarda sia ancora la fortezza impenetrabile di un tempo. D’altronde, conclude Ziglioli, “a proteggerci abbiamo un patrono d’eccezione: San Michele Arcangelo”.

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