A Bergamo una scuola ha vietato l'esecuzione di Adeste Fideles perché "troppo cristiano"; a Firenze un altro istituto, meno di due settimane fa, aveva annullato la visita di una scolaresca a una mostra d'arte sacra per "non turbare gli alunni di altre religioni".
Due notizie molto simili, che però hanno raccolto reazioni assai diverse. Il caso della mostra vietata suscitò (sacrosante) polemiche, con intervento del Miur, che ha promesso di inviare gli ispettori a scuola, e una nota del corpo docente che si proponeva addirittura di portare gli studenti all'esposizione "in corteo".
Per Adeste Fideles, invece, nessuno si mobilita se non i "soliti" partiti di centrodestra, tradizionalmente sensibili - e con merito - al tema della cristianofobia. È troppo presto, si dirà, le reazioni arriveranno. Eppure il caso di Bergamo ha numerosi precedenti: ogni anno, sotto Natale, si assiste a ripetute censure, soprattutto nelle scuole, vuoi del presepe, vuoi dei canti natalizi tradizionali, vuoi delle recite a soggetto religioso. Per non offendere i non cristiani, via tutti i simboli. Per questo tipo di censura, nessuno si offende mai.
La mostra fiorentina trattava d'arte, si obietterà, e l'arte non ha fede. Ma il presepe, il Natale, e l'intera tradizione cristiana rappresentano, lo si voglia o no, la nostra storia e le nostre radici. O quantomeno una parte importante, per non dire preponderante. Esse non possono e non devono fare paura, perché non "tolgono" nulla a nessuno. Sono portatrici di valori e di una tradizione che non impongono alcuna adesione a chi vi entra in contatto. Nulla, infatti, implica che l'esecuzione dei canti natalizi impedisca di celebrare e di ricordare feste e tradizioni di altri popoli e di altre religioni.
Vietare l'esecuzione di un canto perché ritenuto "di parte" è sempre una scelta al ribasso. Una rinuncia che impoverisce e non arricchisce mai, una decisione dettata dalla paura e non dalla magnanimità, perché non comprende che i canti della tradizione non possono offendere alcuno.
Se si ritiene invece che Adeste fideles offenda chi non è cristiano, allora si vieti anche la mostra d'arte sacra. Veder censurate le opere di Marc Chagall, però, suggerisce il pensiero egemone antireligioso, è insopportabile.
Se succede altrettanto con Adeste Fideles (che peraltro è un canto natalizio di antica tradizione e carico di storia) la censura diventa quasi un atto dovuto. C'è qualcosa di sbagliato in questa incoerenza: quanto impiegheremo a rendercene conto?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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