Il problema del mondo non è quando incominciano ad andare all'aria le cose serie. Ma quelle frivole.
E infatti il leggendario Scrabble, il gioco da tavolo basato sulle parole da formare e che ha insegnato a generazioni di amici e di famiglie a litigare in modo sano e costruttivo, ha lanciato una nuova versione più inclusiva, in arrivo anche sul mercato europeo. Si chiama Scrabble Together e i giocatori non si scontrano, ma si uniscono per realizzare obiettivi comuni. Alla Mattel dove le riunioni del consiglio di amministrazione funzionano esattamente come abbiamo visto nel film Barbie hanno pensato che lo Scrabble classico fosse irrispettoso e violento. E hanno gridato: «Più collaborazione, meno competizione!», mentre combattevano all'ultimo sangue per vincere la concorrenza della Lego.
E così ci siamo persi il gioco più feroce e divertente che c'era. E dopo lo Scrabbleinclusivo, a cosa giochiamo? Al Monopoli no profit? O al Risiko pacifista?
Un tempo confidavamo che Dio perdonasse i peccati, oggi vogliamo che ci dica che non esistono. Una volta lottavamo perché i professori togliessero i voti, ora reclamiamo di abolire la scuola. Un tempo chiedevamo una politica migliore, poi abbiamo inventato l'antipolitica.
Una volta si imparava a vincere e a perdere. Ora pretendiamo di giocare senza avversari. Ed è finito tutto.
È nella sua straordinaria capacità di riuscire a sembrare più buono di quello che è, che l'uomo dà il peggio di sé.
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