"Violenti e fascisti". La Francia chiude le frontiere ai tifosi della Lazio

La squadra di Sarri affronterà la trasferta del Velodrome senza il sostegno dei suoi tifosi. Lo ha deciso un'ordinanza del ministro degli Interni francese

"Violenti e fascisti". La Francia chiude le frontiere ai tifosi della Lazio

I tifosi della Lazio non potranno recarsi a Marsiglia in occasione della gara valida per il quarto turno di Europa League. È quanto stabilito da un'ordinanza del ministro degli Interni francese Gerald Darmanin. A sostegno della sua decisione il ministero parla di "comportamenti violenti" di alcuni supporter laziali occorsi "in maniera ricorrente" in occasione delle trasferte all'estero e inoltre si fa accenno alla"ripetuta intonazione di canti fascisti e all'esibizione di saluti romani".

La decisione era già nell'aria, adesso è diventata ufficiale. La città francese, coadiuvata dal ministero degli Interni, ha firmato l'ordinanza nelle ultime ore che vieta "ai tifosi della Lazio o a chi si comporta come tale" non solo "l'accesso allo stadio Velodrome di Marsiglia e la circolazione o lo stazionamento negli arrondissments centrali della città", come era stato indicato nei giorni scorsi, ma persino "l'ingresso in Francia dai posti di frontiera stradali, ferroviari, portuali e aeroportuali da mercoledì 3 a giovedì 4 novembre".

Come noto l'ultimo incontro tra Om e i biancocelesti, che risale al 25 ottobre 2018, fu scandito da episodi di violenza. Il giorno antecedente alla gara, "quattro persone rimasero ferite da coltelli durante una rissa che coinvolse quasi 200 tifosi", ricorda il ministero e, il giorno della partita, i tifosi delle due squadre si scontrarono nuovamente. Durante l'andata del 21 ottobre, terminata con il punteggio di zero a zero, anche ai tifosi del Marsiglia fu vietato di recarsi a Roma. L'ordinanza ricorda anche gli scontri tra tifosi francesi e turchi del 30 settembre scorso in occasione dell'altra partita del girone Marsiglia-Galatasaray in cui restarono feriti 32 poliziotti con l'arresto di due ultras marsigliesi e tre turchi. A seguito di questi incidenti, la Uefa ha deciso di chiudere anche la tribuna nord del Velodrome contro la Lazio.

Le reazioni

La decisione ha immediatamente suscitato reazioni politiche. "È inaccettabile, così come formulata, l'ordinanza del ministero dell'Interno francese che vieta ai tifosi della Lazio e a chi si presenta come tale non solo l'accesso allo stadio Velodrome di Marsiglia ma anche l'ingresso in Francia dai posti di frontiera stradali, ferroviari, portuali e aeroportuali". A prendere posizione è il capogruppo FdI alla Camera, Francesco Lollobrigida. "Un trattamento - riprende - da riservare ai terroristi, che stride con una partita di calcio e lede l'immagine della Capitale d'Italia e dei suoi cittadini. Chiediamo al sindaco Gualtieri di intervenire - conclude - per condannare questa decisione e difendere l'onorabilità della città e dei romani".

A stretto giro è arrivata la reazione anche della società di Claudio Lotito, espressa con una nota ufficiale. Il club biancoceleste evidenzia come"a stupire sono piuttosto le modalità di applicazione dell’ordinanza su scala nazionale e le sue ingiustificabili motivazioni (di cui è stata data notizia anche sui tg nazionali): la Lazio non può accettare un’offesa gratuita a tutta la tifoseria biancoceleste ed alla Società stessa, che ha sempre combattuto con azioni concrete i comportamenti violenti ed ogni tipo di discriminazione, dentro e fuori gli stadi".

A questo scopo "la Società Sportiva Lazio ha sempre posto in essere iniziative tese a promuovere i principi valoriali dello sport ed il superamento di tutti gli steccati di carattere sociale, culturale, economico, etnico e religioso come è stato ampiamente riconosciuto anche ai massimi livelli istituzionali. Abbiamo visto peraltro che la violenza negli stadi è un fenomeno purtroppo ancora diffuso e preoccupante, a partire da quanto è accaduto recentemente proprio al Velodrome di Marsiglia".

In conclusione la Lazio si attende "un chiarimento da parte delle istituzioni francesi ed una presa

di posizione netta della nostra diplomazia verso espressioni di qualunquismo che dovrebbero indignare tutti gli italiani, a prescindere dall’essere tifosi o meno e dai colori delle proprie bandiere".

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