Per la regione Lombardia, le riaperture differenziate delle regioni dal 4 maggio in poi, per la "fase 2" dell'emergenza coronavirus, potrebbero essere un azzardo. A spiegarlo ai microfoni del programma Centrocittà di Rai Radio Uno è il governatore Attilio Fontana, che ha definito "un grosso rischio" questa eventualità, proprio perché il nuovo virus "riesce a non diffondersi se c'è il rispetto di alcune regole" e conferma: "Se il contagio riprende è un rischio per tutti e se non siamo in grado di contenerlo, rispettando tutti le stesse regole, non c'è chi più o chi meno: credo si debbano fare valutazioni comuni tra regioni".
L'ultima cabina di regia
Il governatore lombardo, che nei giorni scorsi aveva ipotizzato ritorno alla normalità con le "quattro D", ha spiegato che "durante la cabina di regia nel weekend non si è parlato di questo" e ha dichiarato: "È uscito che si sarebbero date linee guida per tutto il Paese e che saranno esaminati, con dettaglio, i tipi di aperture che si potranno fare". In questo caso, non considerando i codici Ateco, "ma filiere e circoli per mettere insieme cose omogenee tra di loro. Non abbiamo ancora parlato di questo argomento, verrà deciso nei prossimi giorni con le risultanze dei numeri".
"Crollo psicologico? Sono lucidissimo"
In queste ore, Fontana è tornato a parlare anche dello scontro (politico) tra regioni e dopo aver risposto, ieri, al presidente del Lazio del Partito democratico, Nicola Zingaretti, oggi ha replicato anche al governatore campano Vincezo De Luca, il quale aveva parlato di un "crollo psicologico" di alcuni amministratori del Nord. "Crollo psicologico? De Luca si confonde, è un po' che non mi telefona, io non sono crollato e sono lucidissimo", ha chiarito Fontana. E sugli annunci del democratico campano di voler chiudere la regione se altre dovessero riaprire prima, il governatore lombardo ha replicato: "Credo che De Luca abbia sbagliato sugli interessi, queste scelte si fanno di comune accordo, non certo per imposizione di una parte sull'altra".
Il nodo dei locali pubblici
E sull'apertura dei locali pubblici, Fontana ha dichiarato che "purtroppo dovremo aspettare", tuttavia ha voluto chiarire: "Anche su questo credo che si debbano fare delle valutazioni con i tecnici per capire se si trovano delle soluzioni di utilizzo che non vadano a incidere sul contagio. Se si trovano soluzioni che tengono in piedi queste due necessità si potrebbe anche anticipare e aprire insieme ad altre attività. Tutto dipende dalla possibilità di evitare il contagio".
I mezzi e gli orari di lavoro
Sul tema dell'affollamento dei mezzi pubblici, il presidente Fontana ha spiegato che "a livello di cabina di regia, uno dei ragionamenti che è stato fatto è quello di dilazionare, di spalmare, nel corso della giornata, magari anche su un arco di sette giorni, l'inizio dell'orario di lavoro, in modo che non si creino situazioni di grande affollamento che sono pericolose". E ha aggiunto: "Evidentemente ci dovranno essere accessi limitati sui mezzi pubblici. È molto complicato, per questo ho detto che bisognava iniziare a lavorare da subito attorno a questa ipotesi".
Sui costi che dovranno essere sostenuti dal trasporto pubblico locale, Fontana ha specificagto: "Sarà un grossissimo problema, meno incassi e maggiori spese ed è chiaro che bisognerà fare questa valutazione con il governo".
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