Virus, il medico che ora critica la Lombardia a gennaio rassicurava tutti

Roberto Carlo Rossi, presidente dell'Ordine dei medici di Milano, ha attaccato la regione dicendo di non aver mai ricevuto le linee guida disposte da una task force a fine gennaio per contenere l'imminente epidemia. Ma nello stesso periodo diceva: "Chi non è tornato dalla Cina non si allarmi"

Virus, il medico che ora critica la Lombardia a gennaio rassicurava tutti

Il 23 gennaio scorso, un mese prima della diffusione del coronavirus nel Lodigiano, l'assessore al Welfare della regione Lombardia, Giulio Gallera, dopo aver ricevuto una circolare del ministero che informava del rischio di un'emergenza per epidemia, aveva convocato una prima riunione della task force della Sanità lombarda, per elaborare un piano preventivo contro il nuovo virus. Durante questo incontro, come comunicato dalla stessa Regione, insieme ai responsabili dell'Ats e di malattie infettive degli ospedali, sarebbero state attivate tutte le realtà del territorio per contenere l'insorgere di un'eventuale epidemia.

La riunione in Regione

"I medici di Asst, Irccs, case di cura accreditate, ospedali classificati, medici di famiglia devono segnalare i casi sospetti all'Ats di competenza, attraverso procedure informatiche specifiche, gestendo il paziente in stretto raccordo con i referenti delle malattie infettive", avrebbe dichiarato Gallera in quella circostanza. E secondo quanto ricostruito da un'inchiesta de La Stampa, la Regione, che un mese prima sembrava essere al corrente del pericolo, annunciava anche l'elaborazione di un "raccordo operativo" con medici di base e pediatri del territorio: "Abbiamo emanato alcune indicazioni procedurali importanti per i medici di base e per gli specialisti ospedalieri, in costante raccordo con il ministero della Salute".

Le accuse alla Regione

Tuttavia, secondo quanto riportato dal quotidiano, l'accusa rivolta alla regione Lombardia da parte di alcuni medici è stata quella di non aver fatto pervenire nessuna delle istruzioni annunciate. A dichiararlo, in queste ore, è stato Roberto Carlo Rossi, presidente dell'ordine dei Medici di base di Milano, il quale avrebbe detto che le linee guida ai medici di base non sarebbero mai arrivate: "Non abbiamo mai avuto notizia dei lavori della task force. Peccato, abbiamo perso un mese per preparararci all'emergenza".

Il medico che rassicurava

Eppure, proprio il dottor Rossi, il 26 gennaio, su Il Giorno, parlando del virus cinese rassicurava la cittadinanza, dicendo che non era necessario "avere paura". Sul quotidiano milanese, che lo aveva interpellato, si legge: "I pazienti si precipitano in studio con qualche linea di febbre, con sintomi normalissimi da influenza e tra il preoccupato e il divertito la domanda te la fanno. Tipo: 'Sono andato al lago, c'era un gruppo con tantissimin cinesi, non sarà pericoloso?'. Assolutamente no". E ancora: "Vorrei inviare un messaggio rassicurante: la sensazione, dal mio punto di vista, è che ci sia stato un picco della nostra influenza la settimana scorsa, ma non c'è nessun segnale per allarmarsi, né sulle sindromi influenzali che girano in questo periodo nel mondo occidentale, né su questo virus di Wuhan".

"Situazione sotto controllo"

Sempre sul quotidiano milanese, Rossi continuava ad assicurare che, in quel momento, ci fossero "solo degli allarmi poi rientrati" che dimostravano come la situazione fosse "tenuta sotto controllo", che "l'indagine epidemiologica" fosse stata "rapida ed efficiente" e di come fosse necessario "avere fiducia nelle autorità sanitarie". E ancora: "Chi non è appena tornato dalla Cina, non ha frequentato i mercati con animali vivi, penso non abbia motivo di allarmarsi". Le cose, poi, però, sono andate diversamente.

La circolare

Come ricostruito dal quotidiano dalla riunione del 23 gennaio sarebbe partita una circolare a tutte le regioni italiane per predisporre piani sul territorio contro il Covid-19.

Il 31 gennaio, l'assessore Gallera annunciava che "i lavori della task force" erano al completo e che la "macchina" si poteva dire pronta, in attesa delle indicazioni del ministero. Ma, come sostenuto dall'inchiesta della Stampa, la prima circolare, senza indicazioni precise sui sintomi della malattia, ai medici di base sarebbe arrivata il 23 febbraio.

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