Due anni di reclusione, con pena sospesa, con l'accusa di calunnia. Vittorio Emanuele di Savoia è stato condannato con rito abbreviato per aver falsamente accusato Brigit Margot Hamer del reato di diffamazione per quanto scritto nel libro di memorie "Delitto senza castigo" del 2011.
Brigit Hamer era sorella di Dirk, il giovane turista tedesco deceduto nel 1978 dopo quattro mesi di agonia a seguito di un colpo d'arma da fuoco per il quale fu indagato e poi prosciolto lo stesso Savoia. Nel suo libro, Brigit attribuiva la responsabilità della morte del fratello a Vittorio Emanuele. La convinzione della donna derivava dal contenuto di un'intercettazione ambientale risalente al giugno del 2006 quando Vittorio Emanuele era detenuto nel carcere di Potenza a seguito dell'indagine Vallettopoli condotta dal pm Henry John Woodcock. Nel corso della conversazione con un altro carcerato, il figlio dell'ultimo re d'Italia, riparlando della sparatoria di 28 anni prima, si vantava di aver "fregato" i giudici durante il processo.
La condanna a Vittorio Emanuele è stata inflitta dal gup Simonetta D'Alessandro.
"Questo è un riconoscimento alla verità e alla giustizia - ha commentato Birgit Hamer dopo la sentenza -, io non ho mai cercato vendetta ma solo giustizia. Ho cercato un riconoscimento ufficiale della verità per quasi quarant'anni. La mia è stata una traversata nel deserto e per questo motivo dedico questo risultato a mio fratello".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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