Una vocazione non basta Cari giovani, sognate di più

Una vocazione non basta Cari giovani, sognate di più

È stato accertato che non esiste relazione ereditaria tra genitori e figli e, quindi, tra fratelli e sorelle per quanto riguarda la vocazione, la mentalità, il carattere, la personalità: ognuno ha caratteristiche specifiche proprie.

Nella normalità dei casi, ogni giovane ha i suoi sogni. Per «sogno» si intende ciò che un giovane vorrebbe diventare se potesse esaudire al meglio la propria vocazione ed i propri desideri. La vocazione e il sogno di un giovane possono essere sostanzialmente diversi dalla vocazione e dal sogno dei genitori. Per qualcuno il sogno può essere quello di diventare uno straordinario imprenditore, per altri un campione sportivo, per altri ancora un premio Nobel della scienza e così via.

Nei primi anni ogni individuo può essere assimilato ad un pezzo di marmo grezzo: la sua identità, la sua reaaªltà sono all'interno del pezzo di marmo, ma non sono ancora state scolpite. Il passaggio dal pezzo di marmo grezzo al profilo specifico si realizza negli anni attraverso due fattori: il numero di esperienze vissute e la loro significatività; il livello di intelligenza con cui ogni giovane sa interagire con le esperienze ed imparare da esse.

È stato dimostrato che anche nei casi più rapidi (elevata qualità/quantità delle esperienze e interazione intelligente) si arriva ad avere una percezione definita della propria vocazione solo alla soglia dei trent'anni, quando ormai l'ambito delle opzioni, che in precedenza era praticamente senza limiti reali, si è fortemente ristretto a causa delle scelte già effettuate (studi, esperienze vissute, conoscenze/competenze acquisite).

A quarantacinque anni il bilancio di una persona è ormai definito a causa dei vincoli generati dal cammino intrapreso e, comunque, per l'oggettiva difficoltà di nuovi mestieri. Il bilancio è un momento importante che indica in che misura l'individuo è stato capace di realizzare se stesso, di sfruttare adeguatamente il proprio potenziale.

In sintesi, i quesiti fondamentali per ogni giovane sono i seguenti: chi sono? Qual è il mio sogno? Chi voglio diventare/essere, entro quando? Cosa devo fare per diventare chi voglio?

Tornano di attualità quindi alcuni insegnamenti di nostri grandi antenati, come «conosci te stesso» di Socrate e «non esiste vento a favore per chi non

conosce il porto» di Seneca. In un'epoca di competizione crescente e di accelerazione è del tutto fisiologico che un giovane debba ridefinire il porto più volte nella vita. È invece patologico e molto costoso non definirlo.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica