"Voglio parlare con un uomo". Bengalese aggredisce due poliziotte

Lo straniero, senza fissa dimora e con precedenti, ha costretto a Catania una delle agenti aggredite alle cure in ospedale. Dopo la violenza contro una poliziotta a Napoli, un nuovo episodio allarmante

"Voglio parlare con un uomo". Bengalese aggredisce due poliziotte

Voleva avere un interlocutore maschio. Non una donna. Così, un bengalese di 28 anni senza fissa dimora ha aggredito due poliziotte nelle quali si era imbattuto davanti alla questura di Catania, dove si era recato. L'uomo, con diversi precedenti per resistenza e reati contro la persona, le ha assalite d'improvviso, colpendole con violenza e costringendo una di esse a raggiungere l'ospedale. Poi è stato arrestato. L'episodio è avvenuto nel pomeriggio di ieri, 1 novembre, come testimoniato dal segretario provinciale di Catania del Fsp, Giuseppe Sottile.

L'aggressione

"Un uomo si è recato in questura e, poiché dall'interfono non si capiva cosa volesse, due colleghe gli si sono avvicinate per chiedergli di cosa avesse bisogno e improvvisamente si è scagliato contro di loro colpendone una con pugni al volto e alla spalla, poi ha reagito violentemente anche contro l'altra collega", ha raccontato il sindacalista siciliano, spiegando: "Ha detto di aver aggredito le colleghe perché voleva parlare con un uomo e non con una donna". Per sedare la reazione sconsiderata del bengalese erano intervenuti due agenti di una volante, allertati dalle colleghe. La poliziotta più grave è finita in ospedale: a quanto si apprende, i medici le hanno diagnosticato diverse lesioni e l'hanno dimessa con una prognosi di dieci giorni.

I rischi degli agenti in servizio

L'episodio ha riacceso subito l'attenzione sui rischi che gli agenti corrono ogni giorno durante il loro lavoro. Su questo fronte, il sindacato di polizia non solo ha espresso vicinanza alle colleghe di Catania ha ha anche rivolto un appello al ministro dell'Interno, perché si faccia promotore di una legge che preveda un inasprimento di pena per i responsabili di aggressioni agli operatori della sicurezza. "Ci auguriamo che la legge e il sistema giudiziario sappiano garantirci e difenderci adeguatamente", ha aggiunto Sottile.

A stigmatizzare l'accaduto è stata anche un'altra sigla, il Libero sindacato di Polizia (Li.Si.Po.). "Non è più rinviabile l'inasprimento delle pene: norme più severe e carcere certo e duro per chi si rende responsabile di tali brutali atti.

Gli stranieri che non rispettano le nostre leggi e le nostre Forze di Polizia non meritano di restare nel nostro Paese", ha affermato il segretario generale nazionale, Antonio de Lieto. L'episodio ha destato particolare allarme, anche alla luce di quanto avvenuto recentemente a Napoli, dove il 20 ottobre scorso una poliziotta era stata aggredita e violentata da un bengalese.

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