Un vero e proprio incubo. Il gennaio 2017 una ragazza si trova su un pullman di Busitalia che collega Padova ad Anguillara Veneta. A bordo del bus c'è anche il 24enne Joseph Adagbonyin che all'epoca era ospite del centro di accoglienza di Bagnoli di Sopra. Il profugo nigeriano quando vede la ragazza prova a parlarle, poi scatta l'aggressione inaudita. Con un braccio l'ha afferrata da dietro, mentre con l'altro cercava di toccarle le parti intime.
La ragazza ha inziato ad urlare, ma nessuno, come lei stessa ha raccontato in fase processuale, è intervenuto per aiutarla. "Mi ha aggredita all'interno della corriera e nessuno dei passeggeri è intervenuto per aiutarmi", ha raccontato in aula. Poi la ragazza si libera e chiama al cellulare un suo amico: "Fa finta di essere il mio ragazzo", dice. Scende dal bus e prova a sfuggire al suo aguzzino. Lui la segue fino a quando non interviene una volante dei carabinieri che erano stati allertati dall'amico della 18enne. Il nigeriano viene arrestato e va a processo con l'accusa di tentata violenza sessuale. Qui arriva la vera e propria beffa di questa storia: l'aggressore se la cava con una condanna ad un anno e con la sospensione della pena.
A poco sono servite le parole della vittima: "Lo straniero mi ha afferrata da dietro, ha tentato di baciarmi e di toccarmi dappertutto, io urlavo, ma nessuno dei passeggeri è intervenuto per darmi una mano. Non una persona è venuta ad aiutarmi, eppure gridavo e tutti hanno visto quello che mi stava accadendo", ha affermato al processo. Ora il suo aggressore è libero dopo aver tentato uno stupro.
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