"Scavava a mani nude". Ali come Licheri per salvare Rayan

La mente torna ad Angelo Licheri, il volontario che nel 1981 aveva sfiorato Alfredino senza riuscire però a salvarlo

"Scavava a mani nude". Ali come Licheri per salvare Rayan

Il volontario che ha visto morire il piccolo Ryan, il bambino di 5 anni che martedì scorso era caduto in un pozzo a Ighram, in Marocco è considerato un eroe. Era stato lo zio del bimbo a chiamare venerdì sera Ba Ali Sahraoui, a credere fino all’ultimo istante che quell’uomo avrebbe potuto salvare il piccolo. Il suo nome è Ali El Jajaoui, ma tutti lo chiamano Ali Sahraoui, Ali del deserto. Purtroppo Ryan è morto, ma il volontario è comunque considerato come un eroe in quel Paese che per giorni ha continuato a pregare e a sperare.

Il volontario eroe

Ryan era caduto martedì scorso in un pozzo che il suo papà stava cercando di sistemare affinché tornasse in funzione e potesse irrigare i campi. Ali è giunto a Ighram da Erfoud, alle porte del Sahara, dal Sud del Marocco, dove sono bravi a scavare i pozzi. Il 50enne, padre di quattro figli e anche nonno, è arrivato insieme ad altre due persone, con le quali è solito lavorare. Come riportato da Il Messaggero, il volontario ha spiegato:“Quando mi hanno chiamato non ci ho pensato un attimo, è il mio lavoro: scavare pozzi, ripararli. Lavoriamo sempre a mano”. Ali sapeva bene come fare e conosceva tutti i pericoli e gli imprevisti che sarebbero potuti sopraggiungere, come per esempio una frana che avrebbe tolto qualsiasi speranza di riuscire a estrarre Ryan.

Ali era conscio del fatto che quando si scava un pozzo il rischio è quello di morire, perché di incidenti mortali ne ha visti diversi nella sua vita. Per cercare di salvare il bambino ha deciso quindi di usare la massima cautela e di lavorare solo con le mani. In passato era già riuscito a salvare un bimbo che come Ryan era caduto in un pozzo. Ma questa volta purtroppo l’impresa non è riuscita e il piccolo è morto sabato notte dopo essere stato estratto dal cunicolo. Ali, con una maglietta azzurra e un cappellino nero in testa, nonostante ci fossero anche gli uomini della protezione civile, è stato il primo a raggiungere il bambino. Ha scavato per ore anche di notte senza fermarsi, con le unghie e uno scalpello. Quando sono andati via i bulldozer è entrato in scena Ali che con altri tre giovani ha scavato a mano, fino alla fine. Un lavoro che è durato ore, perché Ali è entrato nel cratere venerdì, più o meno alle 18, e ne è uscito solo sabato, a operazione conclusa.

Il ricordo di Alfredino

E la memoria corre ad Angelo Licheri, l’altro eroe nostrano che ha tenuto con il fiato sospeso tutta l’Italia, quando era arrivato a sfiorare il corpo di Alfredino Rampi, il bambino caduto in un pozzo artesiano a Vermicino nel 1981.

Il volontario rimase ben 45 minuti a testa in giù, in un pozzo profondo, a circa 64 metri di profondità, imbracato con delle corde da speleologo, per cercare di salvare Alfredino. Riuscì a sfiorarlo, ma neanche quella volta il bambino era stato estratto vivo. Licheri è morto lo scorso ottobre a 77 anni.

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