Wikileaks, Chelsea Manning tenta di nuovo il suicidio in carcere

La soldatessa americana, detenuta in una prigione militare del Kansas, aveva già tentato di togliersi la vita a luglio

Wikileaks, Chelsea Manning tenta di nuovo il suicidio in carcere

Chelsea Manning, soldatessa americana che sta scontando 35 anni di carcere per aver consegnato documenti riservati a WikiLeaks, lo scorso mese ha tentato il suicidio per la seconda volta. Lo ha fatto sapere il suo avvocato Chase Strangio al New York Times.

Il nuovo tentativo risale al 4 ottobre, all'inizio dell'isolamento di quattordici giorni in cui Manning è stata messa dopo aver tentato di togliersi la vita nel luglio scorso. La soldatessa sta cambiando sesso in carcere. Dopo la condanna per spionaggio aveva rivelato di identificarsi come donna, mentre in precedenza era nota come il soldato Bradley Manning.

Strangio ha dichiarato che le autorità si sono rifiutate di "trattare in modo adeguato la sua disforia di genere" e ha criticato la sentenza che ha costretto Manning alla detenzione in isolamento. "È stata ripetutamente punita per aver tentato di sopravvivere, ora viene ripetutamente punita per aver tentato di morire", ha aggiunto in un tweet. Ora, ha precisato l'avvocato, la soldatessa è stata trasferita di nuovo nella sezione normale del carcere.

Chelsea Manning, condannata per spionaggio nel 2013, dopo aver messo a disposizione di Wikileaks migliaia di documenti classificati, sta scontando la sua pena in una prigione militare del Kansas.

Lo scorso settembre aveva indetto uno sciopero della fame di cinque giorni per protestare contro le condizioni della sua detenzione e aveva accettato di tornare a nutrirsi solo dopo il consenso all'intervento per cambiare sesso.

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