Un colpo di scena che potrebbe ribaltare le sorti delle indagini sull'omicidio di Yara Gambirasio. "Una logica prettamente scientifica, che tenga conto dei non pochi parametri che si è tentato di sviscerare in questa sede - si legge nella relazione del Ris - non consente di diagnosticare in maniera inequivocabile le tracce lasciate da ignoto 1 sui vestiti di Yara". Insomma, stanto alla relazione della scientifica, non è così certo che il dna rivenuto sui vestiti della ragazzina di Brembate appartenga a Massimo Bossetti. Proprio su questo punto della relazione del Ris poggia l’istanza di scarcerazione, rigettata dal gip, dei legali di Bossetti.
Nell’istanza di scarcerazione, che per buona parte sarà riproposta al Tribunale del Riesame di Brescia, gli avvocati Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni cercano di smontare quello che per l'accusa costituisce il "faro dell’indagine", ovvero il dna trovato su corpo di Yara. "Una logica prettamente scientifica - scrivono i Ris nelle conclusioni riportate nell’istanza - che tenga conto dei non pochi parametri che si è tentato di sviscerare in questa sede, non consente di diagnosticare in maniera inequivoca le tracce lasciate da ignoto 1 sui vestiti di Yara".
I legali di Bossetti riportano anche quella parte della relazione in cui è scritto che "pare quantomeno discutibile come ad una eventuale degradazione proteica della traccia non sia corrisposta una analoga degradazione del dna".
Questo per sottolineare come per la difesa il dna "non sia un elemento così scevro da dubbi, tanto da essere individuato sempre dai medesimi Ris come 'quantomeno discutibile'". In buona sostanza, scrivono i legali, "le certezze scientifiche paiono espresse secondo un criterio di ragionevolezza, principio più tipico del disquisire giuridico che dell’argomentare scientifico".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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