Palpeggiamenti, masturbazioni e rapporti sessuali completi. Un rituale perverso, dissacrante, ripetuto con compulsione maniacale da uno zio-orco nei confronti della nipotina di 13 anni. L'uomo, un 50enne romano, è stato arrestato dai poliziotti del commissariato Colombo con l'accusa di violenza sessuale aggravata.
L'orrore quotidiano a cui era costretta una ragazzina, poco più che una bimba indifesa, non ha né scusanti né motivazioni in grado di spiegare la condotta abietta dello zio. Perché quel parente di cui lei si fidava ciecamente si è rivelato un aguzzino spietato e crudele. Il peggiore in cui possa imbattersi una giovane donna non ancora sbocciata.
Gli abusi sono cominciati nel 2017 e sono perdurati per circa due anni. Senza mai mancare un giorno, una dannatissima sera, in questo lungo tempo. Tutto è cominciato quando la madre della ragazzina, separata dal marito, ha trovato un'occupazione lontano da casa (vive in un quartiere del litorale di Roma Nord insieme al resto della famiglia). Per motivi logistici, ha chiesto allo zio di occuparsi della figlioletta – all'epoca di 11 anni – quando fosse stata via per lavoro. Non avrebbe dovuto far altro che recuperarla all'uscita di scuola e curarla fino al suo rientro. Niente di più. E invece, il 50enne non si è lasciato sfuggire l' occasione per dare seguito ad una bramosia velenosa e turpe nei confronti della creatura.
Così, favorito dalle circostanze, l'orco non ha perso tempo e si è approfittato barbaramente della nipote. Le violenze si consumavano perlopiù tra le mura domestiche, ma non sarebbero mancati approcci preliminari durante il tragitto verso casa. La perseguitava con palpeggiamenti nelle parti intime ad ogni spostamento, la seguiva in bagno, fin sotto la doccia, obbligando la vittima a rapporti sessuali ben oltre i limiti della decenza. Era brutale, animalesco. Talvolta le chiedeva persino di riprendere con lo smartphone gli incontri o di lasciarsi fotografare durante le sevizie. Poi, alla fine degli abusi, ne comprava il silenzio con banconote da 20 euro o capi d'abbigliamento di poco valore. "È il nostro segreto", le sussurrava per accertarsi la complicità.
E così, gli abusi si sono ripetuti col medesimo modus operandi per due interminabili anni. Due. Finché, un giorno, la 13enne si è rifiutata di uscire da scuola al suono della campanella. Sapeva che di là dalla porta dell' aula ci sarebbe stato lo zio ad attenderla. E ancora per una volta, l'ennesima, avrebbe dovuto assecondarne la condotta perversa. Così, ha raccontato tutto alle insegnanti e, in men che non si dica, è scattata la denuncia nei confronti del 50enne.
Dopo una lunga sequenza di indagini, in data 2 dicembre, l'uomo è stato tratto in arresto dai
poliziotti del commissariato Colombo con l'accusa di violenza sessuale aggravata. Dopo il fermo, su disposizione del gip di Roma Emanuela Attura, il 50enne è stato rinchiuso nel carcere di Civitavecchia.
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