
Cocktail da mangiare, piatti da bere. Mettetela come volete. Ma la rivoluzione della mixology milanese (ci teniamo bassi) è servita al 1930, primo speakeasy milanese che, con il recente trasferimento dalla storica sede di via Pasquale Sottocorno al sotterraneo di Mag La Pusterla in via De Amicis 22, ha cambiato il concept della sua proposta, giocando in maniera molto serie tra le regole del bere miscelato e quelle della gastronomia, nella convinzione che ci siano molti punti di contatto.
La carta del nuovo 1930 è davvero sorprendente, sembra quella di un ristorante e fin quando non ti arriva il tuo drink sul tavolo non sai bene quanto berrai e quanto mangerai. La suddivisione è tra antipasti, primi, secondi e dolci, con una sola sezione, “Unforgettable cocktails from the kitchen”, aperte citazioni di classici, “destinati a un pubblico che non vuole esagerare nelle avventure”, come mi dice Benjamin Marco Cavagna, il bar manager del locale che, malgrado l’ancora giovane età (è del 1991) ama dare di sé un’immagine senza tempo, vestendo in panciotto e doppio petto.
Io provo buona parte di cocktail, condividendoli con un’amica, ciò che rende (quasi) sostenibile da un punto di vista alcolico l’impresa. Tra gli antipasti ecco l’Hummus, uno di quelli che più hanno fatto parlare gli appassionati nelle ultime settimane: gli ingredienti sono ceci, paprika affumicata, mentre la parte alcolica è sostenuta dal Jameson Black Barrell Whiskey. Buono ma la parte dolce prevale. Non sarà tra i miei preferiti. Come invece i Tortellini in brodo, veri tortellini in brodo di gallina con Martini Vermouth Riserva Rubino. Un cocktail che davvero rappresenta la sintesi perfetta dell’idea di unire i due mondi solido e liquido. Impressione che in effetti è resa perfettamente anche dall’Ossobuco e vitello tonnato, un Milano-Torino che gioca su due piatti iconici delle due città, l’ossobuco meneghino e il vitello tonnato piemontese (qui però nella versione del veronese Diego Rossi). Un cocktail davvero complesso, che gioca su toni molto differenti.
Nel frattempo ci vengono serviti anche alcuni piattini di cibo-cibo: del Pata negra con i classici picos (i grissinetti spagnoli), delle patatas bravas con salsa piccante e ci troviamo proiettati nella magnifica Madrid. Ma torniamo ai cocktail: mi piace moltissimo la Pizza Marinara, con pomodoro, origano, acciughe e Oleato by Tripstillery. Ben affumicato il Tacos de carnita con pulled pork, spezie messicane e Del Maguey Vida Mezcal. Un paio d’ assaggi anche dalla sezione “unforgettable”: un Negroni con aceto balsamico, fichi d’India e bitter Fusetti, una Parmigiano colada con Parmigiano Reggiano 24 mesi, tartufo nero e Transcontinental Rum Jamaica 2006, un Caviar Martini con caviale, Trip Gin Bari Edition e Empirical Ayuuk. Tra i dolci provo l’Affogato al caffè, con gelato al panettone e Corretto by Tripstillery. Tanti assaggi, un vero menu degustazione alcolico, qualche cocktail mi ha convinto, qualcuno un po’ meno (è inevitabile) ma il livello medio è comunque molto alto.
L’ambiente è diviso in due sale, la principale con un bancone hi tech realizzato su misura e studiato per rendere più agevole il lavoro dei bartender, la seconda più appartata dominata da un magnifico juke-box d’epoca (è anche aperta ai fumatori). Volte a botte, mattoni a vista, décor tra l’industriale e il classico salotto novecentesco. Il personale veste giacche color mattone con tessuti Loro Piana, che sono già culto, ed è attento e quasi forbito, mai troppo nozionistico, perché qui si viene per stare bene e per essere accolti e non giudicati. E a proposito, si tratta pur sempre di un secret bar, nascosto dietro una porta quasi invisibile nel sottoscala del Mag Pusterla, bar che come il 1930 fa parte della galassia di Farmily di Flavio Angiolillo. Non può entrare chiunque. Ci sono 193 clienti affezionati che si sono guadagnati la tessera associativa e per i quali il 1930 è casa.
Gli altri aspiranti clienti devono farsi conoscere negli altri locale del gruppo (Mag, Iter, Tripstullery, Backdoor43, Mercato Centrale) oppure arrivare al Mag Pusterla, prendersi un drink, manifestare la volontà di essere accolti nel bar sottostante e dimostrare la giusta attitudine, che non ha nulla a che fare con il modo in cui si è vestiti o con la capienza del proprio portafoglio, ma piuttosto con la curiosità, la motivazione, ma soprattutto l’educazione. Questa sì rivoluzionaria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.