Santa Sofia, due secoli di Valpolicella

L’azienda della famiglia Begnoni propone un’interpretazione molto classica dell’Amarone e degli altri vini del territorio ma lascia spazio anche a vini più “irregolari”, come il notevole Arlèo

Santa Sofia, due secoli di Valpolicella
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Una storia lunga due secoli e da un certo punto di vista molto di più quella di Santa Sofia, fondata nel 1811 nel cuore della Valpolicella, e che ha il suo baricentro in una villa palladiana commissionata da Marcantonio Serego nel 1565, dove si trovava la chiesetta trecentesca di Santa Sofia, fondata dai frati di San Bernardino e dotata di una cantina. Insomma, il legame tra terra, uomini e vino è qui a San Pietro in Cariano è molto antico, anche se la vera svolta si verifica quando la famiglia Begnoni, nel 1967, diventa proprietaria della cantina e introduce quella innovazione e quella spinta verso la qualità che porterà nel giro di pochi decenni Santa Sofia a diventare uno dei marchi più conosciuti e affidabili del territorio.

Oggi Santa Sofia è nelle mani di Luciano Begnoni, entrato in azienda nel 1984 per affiancare papà Giancarlo. L’azienda produce principalmente da uve coltivate in vigneti di proprietà nei terreni a Briago in Valpantena, a Montegradella nella Valpolicella Classica e a Pozzolengo sul Garda, anche se si avvale anche di alcuni storici conferitori, seguiti con grande cura. I vigneti sono per lo più in collina, e per età e collocazione riescono a dare buoni risultati anche nelle annate difficili. I terreni sono calcarei e alluvionali, l’esposizione ottimale, mentre le brezze che soffiano dalle vicine valli e dal lago di Garda mitigano i calori estivi consentendo una maturazione ottimale delle uve. L’azienda, che vanta 69 ettari vitati e una produzione annua di circa mezzo milione di bottiglie, guarda al futuro anche con la costruzione di una nuova cantina che nei prossimi anni farà fare un ulteriore salto di qualità all’azienda.

Retrogusto

La carta dei vini Santa Sofia naturalmente ruota sui grandi classici della Valpolicella: prima di tutto l’Amarone docg, nella versione Classico d’annata, da uve Corvina, Corvinone e Rondinella con appassimento tra gli 80 e i 100 giorni e 36 mesi in botti di rovere di Slavonia; nel Riserva che fa cinque anni di affinamento in legno e poi due anni di bottiglia (attualmente è disponibile l’annata 2015); e il cru Gioè, che fa 42 mesi di barrique e ne esce caldo, profondo, con al naso note mentolate e di sottobosco e in bocca un tessuto setoso. Poi naturalmente ci sono il Valpolicella Classico Superiore Montegradella, il Valpolicella Ripasso doc Superiore e il Recioto della Valpolicella docg Classico, il Valpolicella doc Classico e il Bardolino doc Classico. Numerosi anche i bianchi, dal Lugana doc al Croara del lago di Garda doc, dal Custoza doc al Soave doc Classico Foscarino fino al Pinot Grigio Garda doc.

Poi ci sono alcuni vini meno tradizionali, il Rosso Veneto El Maturlan, fuori dagli schemi; il Rosso Veronese igt Arlèo, una sorta di Amarone irregolare, di grande potenza ed espressività; il Veneto igt Merlot Corvina Rosso; e il sorprendente Soave doc Brut Spumante, uno charmat da uve Garganega di grande eleganza.

Amarone classico
Amarone classico.

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