«Cuffaro va assolto». La settimana prossima la sentenza sull'ex governatore

Al traguardo il processo d'appello contro l'ex presidente della Regione Siciliana. Gli avvocati del senatore dell'Udc hanno concluso le arringhe, i giudici in camera di consiglio giovedì prossimo

Quelle contro Totò Cuffaro «sono accuse del tutto destituite di fondamento». E quindi l'ex governatore della Sicilia, attualmente senatore dell'Udc, va assolto perché il fatto non sussiste dall'accusa di favoreggiamento e rivelazione di segreti delle indagini».
È arrivato al traguardo, con la conclusione dell'arringa dell'avvocato Nino Mormino, un altro dei grandi processi palermitani, quello sulle Talpe della Dda che vede tra gli imputati l'ex presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro. I giudici della terza sezione della Corte d'appello del capoluogo siciliano entreranno in Camera di consiglio giovedì prossimo, e già entro venerdì o sabato potrebbero arrivare al verdetto.
Un verdetto molto atteso. Che non avrà certamente gli stessi effetti di quello di primo grado - Cuffaro, all'epoca governatore in carica, si dimise qualche giorno dopo la condanna - ma che comunque ha una sua importante valenza. Bisognerà soprattutto vedere cosa deciderà la corte a proposito dell'aggravante di aver favorito la mafia, caduta nel processo di primo grado ma riproposta adesso dall'accusa che infatti ha chiesto l'aggravamento della pena, otto anni contro i cinque del precedente dibattimento. Quanto alla fuga di notizie dalla procura di Palermo - il secondo capo d'imputazione del governatore - questa potrebbe cadere autonomamente, per prescrizione.


L'avvocato Mormino, nel sottolineare a conclusione dell'arringa l'insussistenza delle accuse a carico del suo assistito, ha posto l'accento sullo sconvolgimento degli «equilibri politici, personali e familiari» provocati dal processo e dalla condanna in primo grado. Di qui la richiesta di assoluzione. Su cui, entro la fine della prossima settimana, si pronuncerà la corte.

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