"Non sono così sicuro che i woke riderebbero mai di se stessi". È un affondo durissimo quel celebre comico e sceneggiatore inglese John Cleese, noto per essere uno degli storici membri dei Monty Python, nei confronti del politicamente corretto e dell'ideologia "woke". L'ossessione per le minoranze e per l'inclusione, infatti, sta soffocando la libertà artistica, la comicità e la satira. Lo dice uno dei pilastri della comicità inglese, membro dei geniali Monty Phyton insieme a Graham Chapman, Terry Gilliam, Eric Idle, Terry Jones e Michael Palin, autori di capolavori immortali come Brian di Nazareth (1973) e Monty Python - Il senso della vita (1983). Secondo l'attore 83enne, intervistato da Reason.com, il "wokeismo" rappresenta "l'interruzione" del processo creativo.
Cleese, il Monty Phyton che asfalta i politicamente corretti
"Ti viene in mente un'idea e subito pensi: oooh, questo mi metterà nei guai?", ha sottolineato Cleese. "Ma quella roba ti impedisce di essere creativo". "Alle persone woke credo manchi qualcosa", ha aggiunto. "Il significato di una parola dipende dal suo contesto. Se uso il sarcasmo, allora quello che intendo è l'opposto delle parole che sto effettivamente dicendo. Se non capisci l'ironia, se la prendi sul serio, fraintendi completamente l'intenzione dello scrittore o dell'oratore", ha continuato Cleese. "Ci sono persone sedute lì che stanno deliberatamente aspettando il brivido di essere offese". La star di Un pesce di nome Wanda ha anche affermato di aver realizzato decenni fa l'importanza delle risate nell'aiutare le persone a superare le difficoltà.
"Ci porta in una parte della nostra mente in cui probabilmente siamo più sani di quanto non lo siamo in qualsiasi altro momento", ha sottolineato l'attore. "Non sono così sicuro che i woke riderebbero mai di se stessi, non importa quanto siano esilaranti". L'opposizione di Cleese al "follemente corretto" e alle follie del mondo liberal è nota. Il famoso comico britannico è stato molto esplicito in passato nei confronti della cancel culture e ha persino annunciato l'intenzione di ospitare un nuovo spettacolo su GB News che, secondo quanto comunicato, etichetterrà i "woke" come i "nuovi autoritari". "Come tutte le persone che credono di essere più pure di quanto non siano in realtà, sono autoritarie", aveva precedentemente twittato Cleese riguardo al suo nuovo spettacolo. "Ecco perché tutti i migliori comici li prendono in giro".
Comici contro la follia woke
Satira e comicità hanno un pessimo rapporto con la gabbia linguistica che il politicamente corretto impone. Basti pensare al caso Dave Chapelle. All'inizio dell'anno, gli attivisti lgbtq e transgender chiesero di cancellare dal palinsesto di Netflix lo spettacolo The Closer del celebre comico, che i critici bollarono come "transfobico". Contro di lui si scatenò una vera e propria bufera, critica compresa, che definì Chapelle un "comico in declino" mentre il pubblico dimostrò di amare il suo umorismo caustico, con buona pace dell'isteria woke.
Lo stand up comedian fece inoltre infuriare la comunità transgender quando si disse d'accordo con le posizioni dell'autrice di Harry Potter J.K. Rowling sulla predominanza del sesso biologico sul genere, dichiarando di far parte della "squadra Terf", acronimo che sta per "femminismo radicale trans-esclusivo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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