Cultura, la sinistra "sfiducia" la giunta

L'attacco dopo l'aumento dei canoni degli spazi di oltre l'80%: "La città muore"

Cultura, la sinistra "sfiducia" la giunta
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Allarme spazi culturali: a lanciarlo è la Sinistra Italiana che attacca l'amministrazione comunale di centrosinistra, rea di non occuparsi degli spazi per la cultura. O mglio di non portare avanti politiche per la sostenibilità degli spazi pubblici da dare ad associazioni ed enti culturali, non garantendo la diversificazione delle proposte e la pluralità delle voci.

Non sono solo le attività storiche e le pasticcerie della tradizione meneghina a chiudere per il caro affitti. A Milano, negli ultimi anni, le vittime principali dell'aumento dei canoni e della crisi economica sono stati gli spazi culturali. Sono tanti, troppi i luoghi della cultura attacca Sinistra Italiana - librerie indipendenti, cinema e spazi teatrali e musicali che negli ultimi anni hanno chiuso, prima per la pandemia, poi per la diffusione dei consumi culturali online e infine per l'aumento vertiginoso degli affitti.

Se il Comune poco o nulla sembra potere contro il caro affitti, molto può nella gestione dei propri spazi: gli ultimi bandi, a partire da quelli della Fabbrica del Vapore, segnano un'ulteriore accelerazione verso la Milano che esclude: questa volta le attività culturali. La denuncia del partito parte proprio dal nuovo bando, che aumenta dell'oltre l'80% i canoni rispetto al 2023 e valorizza l'aspetto economico in misura crescente (20 punti su 100 rispetto ai 10 su 100 del precedente bando). Una scelta che va in una direzione sola - cotinua il partito - : quella per cui chi ha più soldi si aggiudica gli spazi migliori. E chi di soldi ne ha meno rimane tagliato fuori.

«La cultura è il lievito delle città - sostiene Elena Comelli della segreteria di Sinistra Italiana Milano -. Senza cultura dal basso, senza spazi di confronto e di discussione, senza la contrapposizione di mondi e visioni diverse, la città muore. Assegnare spazi pubblici a canoni raddoppiati rispetto al 2023 non è accettabile. Su Fabbrica del Vapore non si può ormai tornare indietro né sarebbe corretto verso quelle realtà che, contando su risorse economiche importanti, hanno saputo presentare progetti interessanti. Ma serve invertire la rotta».

«Chiediamo al Comune una svolta - l'invito di Adelio Rigamonti, del Tavolo Cultura di Sinistra Italiana Metropolitana -. Serve un censimento degli spazi già disponibili e di quelli che potrebbero essere recuperati. Uno ad esempio è sotto gli occhi di tutti. Si tratta dell'ex Cinema De Amicis».

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