Il comunicato è di ieri e si inserisce a perfezione nel momento delicato in cui il cda di Rcs valuta l'offerta vincolante di Mondadori per acquisire il 99,99% del capitale sociale di Rcs Libri nonché degli altri ambiti librari di Rcs MediaGroup: la casa editrice Archinto comunica di essersi distaccata dal gruppo RCS Libri. Rosellina Archinto riacquisisce il proprio marchio e il catalogo, «rendendosi così indipendente»: l'accordo è stato firmato il 1° luglio e prevede che la sigla rimanga nella distribuzione Rizzoli. «Volevo rimanere io con la mia sigla, che ha una sua immagine molto precisa e seria di alta cultura, e avevo un po' paura che questo non sarebbe continuato» precisa la Archinto in una intervista. «Adesso sono povera in canna, ma mi farò i miei libri come voglio, meglio che posso, con una linea editoriale seria e una base culturale forte. I grandi puntano soltanto sui bestseller, pensavo che Rcs non ci tenesse più ad avermi nel suo gruppo».
Che la scelta avvenga proprio ora tuttavia fa riflettere. Rcs è il secondo gruppo editoriale italiano: non si può certo dire che sia un marchio di nicchia né che non punti ai bestseller o ai «grandi nomi in vista» come li definisce la signora Rosellina. Come mai quindi il livello culturale dei titoli Archinto non era a rischio fino a prima dell'operazione “Mondazzoli”? «Un certo malessere di Rosellina mi pare accompagnasse la sua presenza dentro RCS», dice al Giornale Elisabetta Sgarbi, direttore editoriale Bompiani: «Un malessere crescente e una certa difficoltà nel trovare interlocutori. Mi spiace, perché il gruppo perde, dopo Skira, e prossimamente, si dice, Adelphi, pezzi di una storia editoriale che gli garantivano autorevolezza. Ci sono altri gruppi editoriali, sufficientemente forti. Penso che Rosellina, che conosce il mestiere, avrà fatto i suoi calcoli».
Perché però staccarsi proprio adesso? «Anch'io sto a vedere che cosa succede, che cosa mi diranno e che cosa vogliono», ci spiega un altro nome chiave del gruppo Rcs, Cesare De Michelis, presidente di Marsilio e Sonzogno. «A me non importa nulla che Rizzoli venda o Mondadori compri: non ho voce in capitolo e sono fatti loro, comunque vada.
Mi interessa invece sapere come andrà a finire per me. Se quello che ha fatto Rosellina è un gesto di affetto nei confronti del proprio cognome, trovo generosa la scelta. Se però sta facendo un gesto militante, che lo dica».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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