"Essere o non essere, questo è il problema": sono queste le parole rese immortali da William Shakespeare in una delle sue opere più famose, Amleto. La storia del triste e sfortunato principe di Danimarca chiamato a vendicare la morte del padre, distruggendo così anche il proprio futuro, è stato spesso materia di rivisitazioni e rimaneggiamenti. Amleto è un protagonista su cui sono stati installati numerosi livelli di lettura: dalle difficoltà del potere, ai rapporti edipici, passando su una riflessione sulla necessità o inutilità della vendetta. Ora la tragedia shakespeariana diventa materiale anche per lo scrittore Matt Haig che in Il club dei padri estinti si confronta con la tragedia, trasportandola però nella sezione young adult, quella cioè dei giovani lettori.
La storia, infatti, è quella di Philip Noble, un ragazzino di undici anni che sta passando un momento terribile: le sue giornate sono infatti divorate dal lutto per la perdita del padre, ex proprietario di un pub morto a seguito di un incidente. Senza una vera e propria figura paterna a cui guardare per cercare di formare se stesso, Philip assiste impotente anche alla resa di sua madre, pronta a cedere alle avances del cognato, lo zio Alan. L'ultima cosa che Philip poteva immaginare era incontrare il fantasma del padre proprio al pub e scoprire che lo zio carezzevole e untuoso è l'unico responsabile della sua morte. Philip vede così andare in pezzi ciò che rimaneva della sua infanzia, mentre tra le aule scolastiche e gli angoli nascosti della propria casa, cerca armi adatte per firmare la sua vendetta e cancellare il sorriso soddisfatto dal volto dello zio Alan.
Matt Haig è senza dubbio un autore prolifico, capace di affrontare molti temi nel corso delle sue opere: se inLa biblioteca di mezzanotte (e in molte altre opere) ha affrontato il tema della depressione, in Come fermare il tempo ha accarezzato la riflessione sul rimpianto e la perdita. Tematiche, queste, che trovano ampio spazio anche in Il club dei padri estinti, opera del 2006 che ora Edizioni e/o ripropone sul mercato con una nuova veste grafica. Si torna a parlare di elaborazione del lutto e di salute mentale, ma in un tono inedito per Matt Haig, dal momento che il protagonista è un essere umano ancora in fieri, un ragazzino che ha ancora tutte le porte aperte davanti a sé e la possibilità di avere uno straordinario futuro.
L'idea alla base del romanzo è molto potente e lo stile di scrittura di Matt Haig - sebbene un po' più acerbo rispetto alle altre opere del catalogo di Edizioni e/o - rimane molto semplice e funzionale, ma anche in grado di toccare corde intime ed emotive in chi legge. Va riconosciuta alla struttura una certa meccanicità: la scelta di costruire i dialoghi privi della punteggiatura di riferimento - non ci sono virgolette ad introdurre o a concludere la battuta - può rendere più difficile e lenta la fruizione dell'opera.
Ma se si riesce a superare questo ostacolo, Il club dei padri estinti è un romanzo che funziona, che riscrive in modo intelligente la tragedia dell'Amleto e in cui Matt Haig conferma ancora una volta il suo talento e la sua sensibilità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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