Darryl Worley arriva a Voghera per il festival country

Darryl Worley era già stato in Italia nel 2011 in un concerto a Trezzo d’Adda

Darryl Worley arriva a Voghera per il festival country

In occasione della 11esima edizione del Voghera Country Festival, il palco del Palatexas al Cowboys’ Guest Ranch di Voghera (PV) sarà calcato stasera per l’unica data italiana (la seconda in Europa dopo una tappa ad Untermeitingen, in Germania) da un “country act” di tutto rispetto: Darryl Worley.

Cinquantatré anni portati su più di due metri di altezza, già stato in Italia nel 2011 in un concerto a Trezzo d’Adda che qualcuno ricorderà, questo immenso ragazzone nato in Tennessee arriva carico di un’esperienza musicale davvero significativa, grazie alla quale in poco più di tre lustri (anche se ha dovuto attendere un po’ per sfondare a Music City, tra serate live in quasi tutti i locali country del Tennessee e contratti da fame a 150 dollari a settimana per scrivere canzoni in una piccola casa editrice in Alabama) ha prodotto sei album di notevole spessore, venduto più di due milioni di dischi e guadagnato candidature per cinque tra i più importanti premi della Academy of Country Music e della Country Music Association.

Tramontata la speranza dei tempi del college di diventare una stella del basket professionistico dopo un grave incidente alla schiena che ne ha minato il rendimento, Darryl Worley in questo arco di tempo – anche grazie a mamma e nonno, della cui vita la musica ha sempre fatto parte – si è confermato come uno degli autori e musicisti più talentuosi della nuova generazione. Il successo vero, però, quello dei grandi numeri e dei tour da 150 date all’anno, è arrivato nel 2003, solo dopo tre anni dal suo esordio discografico, grazie ad una canzone da lui scritta al rientro da un tour in giro per le basi americani in Afghanistan, Kuwait e Uzbekistan. Quella canzone, “Have You Forgotten?” (avete dimenticato?), Darryl la scrive quasi di getto dopo aver assistito all’operato dell’esercito Usa mandato in quei territori all’indomani del tremendo attacco alle Torri Gemelle che cambiò per sempre le nostre vite e che nessuno dimenticherà mai. Con quella canzone Worley cavalca la tigre della rabbia e della frustrazione americana e “Have you Forgotten?” schizza quell’anno in testa alle classifiche, rendendo il suo nome popolarissimo sia tra gli appassionati country che tra i membri dell’esercito, di cui oggi Darryl è uno dei beniamini. Anche se quell’anno molte radio si rifiutano di trasmetterla perché ritenuta un inno alla guerra. Darryl ritiene che fosse semplicemente un inno agli americani. Passato tra gli alti e bassi connessi alle vicissitudini delle case discografiche per le quali è stato messo sotto contratto e che per una ragione o per l’altra lo hanno lasciato a terra (Dreamworks, 903, Stradivarious), ora Darryl come molti artisti country è un indipendente ma “Have You Forgotten?” è ormai indissolubilmente legata a doppio filo al suo nome.

Già il suo primo disco, comunque (“Hard Rain Don’t Last”, Dreamworks 2000, prodotto guarda caso da Frank Rogers, mentore di Brad Paisley), indica che questo artista ha i numeri per sfondare: la stessa “Hard Rain Don’t Last”, “Second Wind”, “Sideways”, “Is It Just Us”, “A Good Day To Run” sono solo cinque tra le dodici tracce che spiccano per solidità ed originalità. Di certo il patriottismo che dal 2003 è entrato nei temi delle sue canzoni (“Shiloh”, “Wake Up America”, “I Just Came Back From A War”) ha aiutato la sua popolarità a crescere molto più in fretta, ma qui siamo davvero in presenza di un talento speciale, che sa passare agevolmente da un honky-tonk ad un country rock, da uno swing ad una slow song con la leggerezza di pochi unita ad una voce originale e inconfondibile. Come quando ascolti George Strait o Alan Jackson. Non è un caso che lo stile di questo giovanotto di Memphis mi piaccia un sacco: tra i cantanti che cita sempre quali artisti tra i più importanti per la sua formazione musicale ci sono gli Eagles, Merle Haggard, Willie & Waylon e poi indietro fino a Jimmie Rodgers, Buck Owens, Hank Williams sr. e Gene Watson; non molto rock&roll, moltissimo country, bluegrass dalle origini ad oggi, e southern gospel. Proprio a proposito del gospel nel nostro incontro di sette anni fa mi disse che si tratta di un genere col quale è cresciuto poiché suo padre è un pastore metodista e lo chiama “il cattolico del country”.

Dopo “I Miss My Friend” (2002) e “Have You Forgotten” (2003), trainato dal singolo di cui parlavo prima, Darryl pubblica nel 2004 l’ultimo album per la Dreamworks, “Darryl Worley” (che contiene la strepitosa “Awful, Beautiful Life”) prima di trasferirsi armi e bagagli alla 903 Music di proprietà dell’amico Neal McCoy per pubblicare nel 2006 il quinto album, “Here and Now”, che riesce a lanciare tre singoli in classifica prima che McCoy annunci la chiusura della casa discografica. Ma chiusa una porta se ne apre sempre un’altra: lasciato Frank Rogers, Darryl torna con James Stroud (già presidente della Giant Records prima e della Dreamworks Records poi, e che aveva coprodotto i suoi primi due dischi) per fondare una nuova etichetta, la Stroudavarious Records, con la quale arriva il suo primo disco (sesto della carriera), “Sounds Like Life”. E siamo ai giorni nostri, con un catalogo musicale di prima classe.

Darryl però ha sempre saputo che la fortuna va condivisa: è questo lo spirito che nel 2002 lo ha animato nella creazione di una sua fondazione, la Darryl Worley Foundation - attiva nella raccolta fondi per ospedali e istituti per la cura dei tumori e delle fibrosi cistiche – il cui più grande evento organizzato ogni anno è il “Tennessee River Run” (dal titolo di una sua canzone) e la quale nel 2010 grazie alla sua donazione di 600mila euro ha contribuito ad aprire a Savannah (Tennessee) il Darryl Worley Cancer Treatment Center posto all’interno del campus dell’Hardin Medical Center, che ha il compito di assistere anche chi non ha assicurazioni o soldi sufficienti a pagare le proprie cure.

Worley torna in Italia mentre ha da poco lanciato un nuovo singolo, “Lonely Alone”.

Questo brano, insieme ad altri già prodotti (“Unsung Heroes”, scritto in onore dei caduti americani di guerra e “Keep The Change” che doveva essere inserito in “God & Country”, il suo secondo album per la Stradivarious Records, che non vide mai la luce) saranno parte del suo nuovo disco, in uscita a breve, contenente appunto nuovi pezzi e reinterpretazioni di vecchi successi.

Appuntamento stasera ore 22.30!

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