La sabbia bollente dell'Egitto ustionava i soldati al fronte. Il caldo e la dissenteria erano forse nemici più fastidiosi del piombo che pioveva dal cielo. Il primo luglio del 1942 iniziano i primi scontri che porteranno a quella che è stata definita dagli storici "Prima battaglia di El Alamein". Da una parte le forze dell'Asse (Germania e Italia), dall'altra i soldati inglesi.
Le truppe guidate da Erwin Rommel e da Enea Navarini erano riuscite a conquistare Marsa Matruh, una città strategica che si affaccia sulle coste egiziane. Il primo luglio inizia l'avanzata dell'Afrika Korps, ma le forze alleate resistono fino a notte. Il giorno seguente, Rommel ci riprova e concentra le forze tedesche a nord. Gli inglesi contrattaccano, provando a sfondare a sud, dove si trovano i soldati italiani.
Il 10 luglio inizia la prima battaglia di El Alamein. Il comandante inglese Claude Auchinleck torna all'attacco. Questa volta a nord, riuscendo a prendere oltre mille prigionieri. Poi un altro attacco al centro dello schieramento dell'Asse. La Brigata meccanizzata "Brescia" - nonostante venga travolta dalle forze nemiche - si segnala per il suo eroismo.
Rommel contrattacca. Il 26 e il 27 giugno, gli inglesi tornano alla carica, ma è un fiasco totale. Gli alleati vengono respinti dalla 102esima Divisione motorizzata "Trento". Il 31 luglio la battaglia finisce. In stallo.
Il conflitto sarebbe ripreso ad agosto (con la battaglia di Alam Halfa) e si sarebbe poi concluso con la Seconda battaglia di El Alamein, dove si segnalò la 185esima Divisione Folgore. Una sconfitta per l'esercito italiano. Una sconfitta dove, però, i soldati italiani si segnalarono per il loro valore, come ricorderà una preghiera composta da Paolo Caccia Dominioni per il Sacrario di Quota 33 ad El Alamein e raccolta ne Le trecento ore a Nord di Qattara, edito dalle Edizioni Libreria Militare: "Benedici, Signore, nel canto del Deserto e dell'Onda, gli Italiani riuniti sopra la Quota lontana. Essi conobbero, prima del supremo mortale spasimo, tormento insonne di attesa, sete, sozzura, fatica. Seppero vicende disperate di battaglia e talora, indifesi al facile insulto straniero, squallore di libertà perduta.
Perché condotti non da vanità o bramosia di ventura, ma da obbedienza alla Patria, benedicili, Signore. Con tutti i Caduti d'Africa e del mondo, fratelli soldati d'ogni Bandiera, purificati nell'ultima fiammata".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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