Stephen King non è di certo un nome nuovo nell'orizzonte sempre più ampio dell'editoria contemporanea. E se da una parte esiste la preoccupazione sul numero decrescente dei lettori e sulla produzione quasi bulimica di libri e romanzi, il re dell'horror continua a sfornare storie come se il presente non lo riguardasse, come se fosse al di sopra di qualsiasi regola di mercato. Lo dimostra anche il suo ultimo lavoro, Fairy Tale, appena arrivato sugli scaffali grazie a Sperling & Kupfer: non catalogabile come semplice horror, ma nemmeno come canonico fantasy, Fairy Tale somiglia un po' al suo autore. Sebbene sia consacrato come caposaldo del genere horror, Stephen King non ha mai apprezzato le etichette né le catene che esse portano con sé. Nel corso della sua carriera ha scritto horror, fantasy, thriller e romanzi di formazione. E Fairy Tale contiene un po' di tutti questi elementi.
Di cosa parla Fairy Tale?
Charlie è un adolescente che, a prima vista, sembra uguale a tutti gli altri. Ma sulle sue esili spalle grava il peso di un lutto e di un dolore difficile da affrontare. Dopo aver perso la madre in un terribile e assurdo incidente stradale, Charlie è costretto a guardare suo padre scivolare sempre di più nelle spire dell'alcol. Una fuga che l'adulto coglie per non dover fronteggiare il lutto e che costringe Charlie ad affrontare troppe cose, tutto da solo. La sua disperazione è tale che, a un certo punto, alza gli occhi in preghiera e cerca di fare un patto con Dio. Quando suo padre comincia a frequentare gli Alcolisti Anonimi, Charlie decide di cominciare a operare per il Bene ed è così che incrocia la strada del signor Bowditch e del suo cane Radar. Quello che Charlie non può immaginare è che l'uomo che ha appena conosciuto ha nascosto un passaggio segreto nel suo capanno per gli attrezzi che conduce verso un regno magico che ha bisogno di un eroe per poter sconfiggere l'avanzata del male.
L'orrore quotidiano
Pescando elementi da pietre miliari del genere fantastico per ragazzi, come La storia infinita di Michael Ende e Le cronache di Narnia di C.S. Lewis, Stephen King trasmuta le pagine del suo romanzo in una grandiosa avventura che ha caratteristiche comuni a un altro suo capolavoro, 22/11/63. Se, in questo ultimo caso, il protagonista viaggiava nel tempo, Charlie si trova invece a viaggiare nello spazio, uno spazio popolato da pipistrelli che stridono, soldati giganti, scheletri che gli mozzano il fiato nel petto. King non utilizza dei veri e propri stereotipi del genere, ma in qualche modo prende la struttura dell'horror e del fantasy classico e li intreccia, dando a Fairy Tale un grande respiro di originalità che ben si sposa anche con il ritmo come sempre molto fluido. Se, all'inizio, la storia di Charlie può sembrare un po' troppo lenta, basteranno poche pagine per lasciarsi trasportare dentro la storia, al punto da avere la sensazione di provare tutto ciò che Charlie prova sulla sua pelle.
Dopo Billy Summers - considerato una sorta di libro sperimentale - Stephen King torna nella sua confort zone. Torna a narrare l'orrore quotidiano, quel male che è spaventoso proprio perché si annida nella normalità, dove si può nascondere con più facilità. Ed è proprio sullo scontro tra il Bene e il Male che King costruisce la sua storia, spingendo i suoi lettori più appassionati a sentire una lontana eco che fa pensare a L'ombra dello scorpione, uno dei romanzi cardine della carriera dello scrittore del Maine. In effetti, leggendo Fairy Tale si ha la sensazione di essere davanti a uno Stephen King più "classico", un autore vecchia scuola che ripesca tutti gli elementi che lo hanno reso un autore conosciuto e amato in tutto il mondo.
Libro perfetto da leggere ad ottobre, quando l'autunno prende per mano l'attesa per Halloween - festività che ormai ha preso piede anche nel Bel Paese - Fairy Tale è una fiaba dei fratelli Grimm vestita con il male e il sangue della produzione kinghiana. Da non perdere.
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