Freud, i writers e la «nuova» Noto Ecco i figli della Cappella Sistina

Il Buonarroti si misurò con Dio, col dolore dell'uomo e con spazi giganteschi Come fanno gli artisti che stanno decorando la volta della cattedrale ricostruita

La volta è il cielo. E nessuna volta come quella della Cappella Sistina corrisponde allo spazio di Dio. Michelangelo lo identifica, lo illustra, ne descrive il volto e il gesto. Vediamo Dio che, dopo averlo plasmato, trasmette anima e vita ad Adamo. È il punto più alto, nel senso materiale e formale, della Storia dell'Arte. Forse lo stesso rilievo avrà 20 anni dopo la cupola dipinta da Correggio nel Duomo di Parma. Volta, cupola: spazi perduti. Dopo i trionfi di Pietro da Cortona, del Baciccio, di Lanfranco, di Andrea Pozzo, del Tiepolo, anche gli edifici religiosi saranno senza cielo. Nessun pittore affronterà volte e cupole, come spazi degli Dei, anche pagani, nell'accostamento della mitologia alle grandi famiglie committenti. In età democratica neppure i papi oseranno tanto. Per questo non c'è eredità di Michelangelo nella pittura del '900 e in quella del nostro tempo.

Michelangelo si è misurato con Dio, ha inteso l'uomo nella sua spiritualità, come creatura. Dalla materia esce o si plasma il corpo e nessuno come Michelangelo ha voluto dimostrarcelo con il suo processo creativo. Nel '900 con quelle forme si sono misurati pochi artisti, pronti ad affrontare grandi spazi, a non indietreggiare davanti all'impegno monumentale, come pura esaltazione dell'uomo: Picasso, Sironi, Rivera. L'uomo è nella Storia, fa la Storia. Nel '900 il corpo dell'uomo, il nudo, nel quale ancora si sente la lezione di Michelangelo, è affrontato, fuori dell'Accademia, da pochi artisti. In Italia certamente il più grande, e il più drammatico, è Fausto Pirandello, figlio di Luigi, che dipinge nudi feriti, umiliati, ammaccati, nei quali si è scaricata un'incontenibile violenza. Non sono nudi atletici, non sono eroi, ma uomini umiliati. Li ritroveremo come in campi di concentramento, su spiagge assolate. Ricordare Pirandello vuol dire arrivare al vero grande michelangiolesco del nostro tempo, anticipato e prefigurato dal pittore italiano: Lucian Freud.

Con Freud l'Adamo di Michelangelo diventa un uomo solo e tormentato la cui nudità è svelata in una casa dove si consumano tensioni psicologiche di cui i corpi nudi sono metafora, rivelando deformazioni, protuberanze, eccessi di carne, uomini e donne nude pronte per un girone infernale. E così come ci appaiono, non devono essere beati o dannati. Semplicemente sono corpi senza potere, votati alla morte. I nudi di Freud sono disarmati. Non hanno neppure i simboli del potere borghese. Sono borghesi davanti alla morte.

In questa direzione si pone una donna, allieva di Freud: Jenny Saville, la quale predilige i soggetti femminili, corpi nudi, se non mutilati, schiacciati, compressi, obesi, gigantesche superfici di carne, sottoposte a pressioni, un corpo sopra e contro l'altro. La Saville infierisce, trasmette l'umiliazione di quelle forme e di quelle deformità. Trasmette la sofferenza dei corpi. È l'estremo omaggio a Michelangelo. Anche per la Saville non c'è Paradiso. All'uomo resta solo l'Inferno.

Un'altra eredità del michelangiolismo è nei writers che compongono i loro monumentali graffiti occupando gli spazi con illustrazioni sempre più grandi perché queste siano parte della città. Lo avvertiamo in una visita nell'area del Leoncavallo a Milano, dove i valori estetici assoluti non temono il confronto con i murales messicani.

Ma l'impresa, benché periferica, più direttamente collegata alla volta della Cappella Sistina è quella in parte compiuta in parte in corso della Cattedrale di Noto. Qui, dove il crollo, imponendo la ricostruzione dell'edificio, ha consentito di avere a disposizione infiniti spazi bianchi, sono stati chiamati artisti per decorarli, mettendo loro a disposizione anche un'ampia volta e una cupola. Tra i concorrenti ha prevalso un pittore russo, da molti anni residente in Italia e sensibilissimo all'arte italiana: Oleg Supereco.

Senza timore reverenziale e risalendo ai modelli rinascimentali italiani Oleg ha concepito un'Assunta fra gli apostoli che, pur nelle reminiscenze nazarene, è evidente omaggio a Michelangelo. Di questi tempi raro se non unico e con una esecuzione impeccabile e rigorosa. Sul cornicione della cupola si affacciano la Vergine e gli Apostoli, come se fossero sempre stati lì, senza dubbi e contraddizioni. Oleg appare ancora più michelangiolesco, come se avesse meditato sui Profeti della volta della Cappella Sistina, nei potenti pennacchi con gli Evangelisti nei quali sviluppa una concezione monumentale da nessuno più tentata da più di mezzo secolo e senza concessioni all'Accademia.

Caso unico e sorprendente, quello di Oleg Supereco, non solo per le condizioni in cui ha operato e per i soggetti, ma anche per la formidabile tecnica e il mestiere nell'esecuzione dell'affresco. Compiuta questa impresa si è negli ultimi mesi deciso ad affrontare anche la decorazione della volta e del catino absidale, immacolati dopo la ricostruzione. Per la volta ha proposto il bozzetto più convincente Lino Frongia, che dovrà dipingere un'Assunzione della Vergine particolarmente impegnativa, avendo come ultimo riferimento gli affreschi del Tiepolo. Frongia ha immaginato di ripartire dall'affresco perduto sdoppiandone le figure come ombre delle immagini, in una visione concettuale che pure non si sottrae alla complicata impresa di misurarsi con tanti metri quadri di superficie bianca.

In uno spazio più contenuto, quello del catino absidale, si esercita un altro artista di collaudata tecnica e già applicato alla rara decorazione di una volta nel Comune di Serra dei Conti nelle Marche: Bruno D'Arcevia. Nel caso suo l'esempio di Michelangelo è filtrato attraverso una reinterpretazione di Correggio nella pittura barocca.

A questi artisti si aggiunge, pur ristretto nel piccolo formato, Roberto Ferri, autore delle tele della Via Crucis, nelle quali lo studio del disegno applicato ha ripetuto il corpo nudo del Cristo e, ancora una volta, essenzialmente, omaggio a Michelangelo, fino alla rilettura del modello della Pietà vaticana nel Gesù deposto dalla Croce. A decorazione compiuta la Cattedrale di Noto sarà uno dei più notevoli esempi di arte religiosa del nostro tempo, a conferma dello spirito vivo della lezione di Michelangelo.

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