Il Giappone oltre i grattacieli: l'anima di Tokyo nelle sue botteghe retrò

Nel suo ultimo libro, Botteghe di Tokyo (Ippocampo), Mateusz Urbanowicz è riuscito a mettere nero su bianco il volto perduto del Giappone

Il Giappone oltre i grattacieli: l'anima di Tokyo nelle sue botteghe retrò

Accanto agli scintillanti grattacieli di vetro e acciaio, alle strade formate da tre, quattro o cinque corsie, ai neon luminosi che si contendono l'attenzione dei passanti immersi nella frenetica routine quotidiana, alle boutique di lusso sparse nei quartieri più rinomati, da Roppongi a Shibuya, accanto a tutto questo, esiste un altro Giappone. È il Giappone delle vecchie botteghe, dei piccoli chioschetti, dei negozi a conduzione familiare, degli artigiani. Un Giappone che, nonostante il trascorrere del tempo e l'occidentalizzazione incessante, continua a resistere nelle aree più rurali, certo, ma anche in alcuni angoli della capitale Tokyo. Questa megalopoli di quasi 14 milioni di abitanti – che salgono a circa 40 se consideriamo l'intera area metropolitana di Tokyo – è in grado ancora oggi di offrire ai visitatori rari accenni del volto più tradizionale del Paese.

Mateusz Urbanowicz, un artista polacco che vive a Tokyo da diversi anni, è riuscito a mettere nero su bianco uno dei tanti volti perduti del Giappone. L'autore ha pubblicato un libro, adesso uscito anche in Italia con il titolo Botteghe di Tokyo, edito da Ippocampo, nel quale ha collezionato i ritratti delle facciate dei negozi a tema retrò di Tokyo. Ogni illustrazione è stata realizzata ad acquerelli dallo stesso Urbanowicz, che nel corso degli anni ha esplorato gli angoli più sconosciuti della capitale giapponese a caccia di autentiche rarità.

Tokyo retrò

Urbanowicz ha una storia da raccontare. Nel 2016 l'arista polacco esordisce con dieci tavole ad acquerello dedicate alle vecchie botteghe di Tokyo. I suoi disegni riscuotono un successo notevole, trovano spazio sui giornali e persino all'interno delle trasmissioni televisive. L'autore decide così di completare la serie con quaranta nuove botteghe, esplorando le varianti architettoniche presenti nei vari quartieri tokyoti.

Botteghe di Tokyo non è dunque soltanto un album che ricorda ai lettori il volto più intimo di un Paese inghiottito dai grattacieli. È anche e soprattutto una guida di riferimento per i nostalgici della vecchia Tokyo. Il testo in questione è bilingue, sia in italiano che in giapponese, e comprende una minuziosa appendice che spiega la tecnica usata per raffigurare le facciate e il materiale adottato per realizzare i singoli disegni (tutti, come detto, ad acquerello).

Solo per fare qualche esempio, il lettore potrà familiarizzare con la Panetteria Hokkai, "una piccola panetteria che vende sandwich presso la stazione di Yushima". Si tratta di un negozietto che si distingue "per il tendone rosso e blu e per la rigogliosa vegetazione". Insomma, niente a che vedere con le moderne catene di fast food. Qualche pagina più avanti ci ritroviamo di fronte alla facciata di Kiku-ya Motori, un'attività che originariamente vendeva automobili e motociclette. "Oggi – scrive l'autore – è un negozio di biciclette nella via commerciale di Kita Senju". Trovano poi spazio il ristorante di ramen Dosanko Senju 1-chome, l'hamburgheria Fellows e tante altre illustrazioni.

Luoghi e non luoghi

Gran parte del Giappone moderno è diventato un non luogo, cioè un luogo a-storico, de-terrorializzato e perpetuo. In altre parole, un luogo senz'anima. Dalle stazioni di transito ai fast food, passando per le autostrade, tutto si rinnova per dare l'impressione di essere perpetuo. Che dire, poi, dei citati grattacieli, di notte così sovrailluminati da nascondere ai passanti il confine tra il giorno e la notte?

Eppure, in mezzo a un simile concentrato di modernità, che trasforma il corpo del Giappone con la stessa rapidità degli shinkansen, i famosi treni proiettile, è possibile imbattersi

in alcuni frammenti della vera anima nipponica. Sembra quasi che le botteghe disegnate con tratto delicato da Urbanowicz siano lì, nascoste dietro ai palazzoni di ultima generazione, in attesa di essere scoperte per caso.

Botteghe di Tokyo

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