Quando i nazisti occuparono Parigi, era ancora un adolescente, figlio di una famiglia ebrea. Poi, però, è diventato uno scrittore e si è spento a 87 anni. Joseph Joffo, autore del bestseller "Un sacchetto di biglie", pubblicato nel 1973 e tradotto in 18 lingue, è morto in queste ore, alla clinica di Saint-Laurent-du-Var, dopo una lunga malattia. Ad annunciare la sua scomparsa, i suoi tre figli.
Joffo, autore per caso
Joffo, nella vita, è stato uno scrittore atipico. Parrucchiere per circa trent'anni, insieme al fratello minore Maurice, fu costretto a interrompere quell'attività dopo un incidente sportivo, che lo immobilizzò per alcune settimane. Che, per la sua carriera, divennero decisive. Fu, infatti, in quei giorni decise di dare un ordine ai suoi ricordi. Il suo più celebre romanzo, che riucì a vendere oltre 20 milioni di copie, nacque così, per caso. In "Un sacchetto di biglie", Joffo raccontò, infatti, gli anni delle persecuzioni razziali e il libro venne premiato dall'Académie Fraçaise.
Altri romanzi di rircordi
Proseguì nella scrittura, pubblicando altri romanzi di memorie, come "Anna e la sua orchestra", in cui descrisse la giovinezza di sua madre, "Le vetrine illuminate" e "La jeune fille au pair", che racconta , invece, la vicenda dell'arrivo di una ragazza alla pari tedesca, subito dopo la guerra, in una famiglia ebrea.
La diaspora della famiglia Joffo
Joffo era nato a Parigi, nel 1931.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale e a seguito dell'occupazione tedesca, i membri della sua famiglia decisero di disperdersi per sfuggire alla cattura e alla deportazione nazista. Alla fine del conflitto i Joffo riuscirono a ricomporsi, a eccezione del padre. Che fu catturato e ucciso in un campo di sterminio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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