A Vittore Branca
Oxford, 25 gennaio 1972
Caro professore, con molto rammarico sono costretto a declinare il suo invito a Venezia per parlare di Dostoevskij, non è uno scrittore con cui mi senta a mio agio. Grande genio che sia sono allergico a lui, quando lo leggo è come un incubo ossessivo che mi avvince dal quale sono tuttavia ansioso di svegliarmi. Un critico russo una volta disse che egli esamina il mondo attraverso una lente che non soltanto ingrandisce gli oggetti, ma li impregna di luce, li scortica e quindi li altera in un certo senso bruciandoli. Ritengo sia vero, ma non è sufficiente per una tesi. Se soltanto lei mi chiedesse di parlare di Turgenev...
A Ignazio Silone
Oxford, 3 novembre 1960
Caro Silone, sono molto commosso dalla Dichiarazione che mi ha inviato, è un nobile documento e sarei orgoglioso e ansioso di firmarlo, se non per una frase alla fine del terzo paragrafo. Ciò che mi turba è che invita non solo a condannare la guerra in Algeria - e qui sono d’accordo - ma anche ad attivare un aiuto concreto al FLN.. Il diritto alla disobbedienza lei dice è un estremo diritto, da essere usato solo in circostanze estreme. Sono d’accordo. Il diritto alla resistenza passiva, alla disobbedienza, sì, naturalmente. Ma il diritto di aiutare chi impiega metodi terroristici? Se concede questo lei concede il diritto di creare una situazione in cui lo Stato, democratico o altro che sia, si disintegrerà... Nonostante gli orrori della guerra in Algeria, le sembra il caso di proclamare il diritto a collaborare attivamente con i terroristi algerini? In breve, anche se non sono pronto a condannarlo, non voglio sottoscrivere a un appello al terrorismo sia pure come arma contro il terrorismo.
Traduzione dall’inglese di Aridea Fezzi Price
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