L'Italia di Goethe, il viaggio che migliorò il più grande tedesco di tutti i tempi

Esce «Goethe a Roma, un grande poeta nell'Italia del Settecento» di Paola Giovetti. Un approfondimento del fondamentale soggiorno

Secondo una recente indagine demoscopica fatta in Germania Johann Wolfgang Goethe è considerato il più grande tedesco di tutti i tempi. Giusto, ma scontato come una goleada del Barcellona. Poeta, scienziato, critico d'arte, politico, filosofo, Goethe è il tuttologo, l'intellettuale assoluto da leggere per imparare ancora, e peccato che di viaggi importanti ne abbia fatto solo uno. Da poco è uscito Goethe a Roma, un grande poeta nell'Italia del Settecento di Paola Giovetti. Si potrebbe obiettare che si conosce già abbastanza del celebre viaggio italiano che nel 1786 lo portò a raccontare (e a scontrarsi) con la cultura del Paese dove fioriscono i limoni. Non furono tutte rose e fiori: alberghi sporchi, immondizia in mezzo alla strada, baccano ovunque. Ma in generale fu una boccata d'ossigeno e di felicità. L'autrice accompagna il trentasettenne poeta nel celebre viaggio dalle Alpi alla Sicilia, con particolare attenzione a Roma dove Goethe visse la maggior parte del tempo. La tesi è «il gran viaggio» come momento centrale della sua vita, il gran dipinto dell'Italia del Settecento che lo «placherà per tutta la vita». «Un viaggio - racconta ancora Giovetti - compiuto lentamente, spesso camminando a piedi accanto alla carrozza, in continuo contatto con la gente e con un caldo soffocante per un tedesco». Una persona felice che raccoglie minerali, compra la frutta dai contadini e prende nota di tutto un altro mondo: «Qui si vive praticamente allo stato di natura, l'aria mite facilita la vita all'aria aperta, quando camminano gli italiani dimenano le braccia». Nulla sfugge. Osserva la gente, parla liberamente con chi incontra. Fa coraggiosi paragoni tra Roma e Napoli. Di quest'ultima città annota: «In questo paese non è assolutamente possibile ripensare a Roma; di fronte alla posizione tutta aperta di Napoli, la capitale del mondo nella valle del Tevere, fa l'impressione di un vecchio monastero mal situato...». Alcune cose di Roma proprio non le sopporta, il carnevale romano, ad esempio: «Bisogna averlo visto per perdere del tutto la voglia di rivederlo. Descrivere questa baldoria è tempo sprecato!...». Emerge così la complessa personalità dell'uomo che, nella distanza temporale, si è rivelata sempre più universale, un modello avanti e non solo rispetto al suo tempo.

Goethe, infatti, fu il prototipo di un nuovo modello umano al quale ancora oggi aspiriamo, l'uomo costantemente attivo, che non cessa di ricercare, di indagare, di scoprire, il grande europeo capace di far sua la sapienza dell'antichità, da Occidente a Oriente e insieme il grande educatore delle generazioni future. Concreto e realista, Goethe credeva nell'azione creativa, nell'operosità instancabile; conosceva tutti gli errori, le tentazioni, gli abissi dell'anima, ma seppe trasformarli in ricchezza. Il viaggio continua.

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