Sono passati dieci anni dalla morte di Elizabeth Rosemond Taylor eppure il suo allure è rimasto intatto nel tempo, così come la sua vita, i film e i grandi amori che l’hanno fatta conoscere in tutto il mondo come una delle ultime dive dell’età d’oro di Hollywood. Un’attrice conosciuta in tutto il mondo per il tua talento, per la sua bellezza e non in ultimo per una sua particolare caratteristica fisica: gli occhi viola. Questi hanno stregato il pubblico e per anni fatto parlare di questo colore così insolito in natura, tanto da far pensare a scelte strategiche di trucco, abbigliamento e illuminazione, per sfruttare il colore blu intenso, che molti sostengono essere quello naturale dei suoi occhi.
In realtà Elizabeth era nata con una mutazione genetica molto rara chiamata distichia, ma questa riguardava solo le sue ciglia che era doppie rispetto a quelle di un normale occhio. Il colore viola delle sue iridi continua a rimanere tutt’ora un mistero. Solo l’1% della popolazione le possiede per una rara forma di albinismo, e sono molti che sostengono che la Taylor non facesse parte di quella minima percentuale. La Taylor era nata a Hampstead un quartiere di Londra il 27 febbraio del 1932 da genitori americani, che durante il secondo conflitto mondiale si trasferirono in California.
Sua madre era un’ex famosa attrice di teatro che aveva al suo attivo molti show a Broadway che portavano il suo nome. In realtà già i gossip dell’epoca sostenevano che Sara Taylor avesse una relazione con il terribile Louis B. Mayer, il capo della MGM. Uomo che tra l’altro Liz odiò con tutta se stessa, nonostante fu proprio lui che la iniziò alla carriera di attrice. Una delle sue frasi più famose su di lui era che somigliava ad un “Grasso pinguino che guardava i suoi dipendenti pensando di poterli schiacciare”.
Al contrario fu proprio lei a dare una lezione al capo della MGM, quando poco più che adolescente lo vite trattar male sua madre. Si racconta che gli assestò un calcio nelle parti intime mandandolo al diavolo davanti alla troupe. In molti si prodigarono affinché la piccola Taylor dal carattere molto deciso si scusasse con il potente boss, ma nessuno riuscì nell’intento. Il suo primo ruolo cinematografico all’età di 9 anni nel film “There’s One Born Eveery Minute” di Harold Young prodotto dagli Universal Studio, ma fu solo l’anno seguente che il pubblico si innamorò di quella ragazzina dallo sguardo così intenso, che divenne la protagonista di “Torna a casa Lassie” di Fred M. Wilcox. L’anno successivo arrivò per lei la definitiva consacrazione il film “Gran Premio” di Clarence Brown insieme a Mickey Rooney che le fece guadagnare il soprannome di “bambina prodigio”, oltre che un lungo e lauto contratto con la 20th Century Fox.
Proprio in quella pellicola ebbe un grave incidente cadendo da cavallo, che le procurò pesanti problemi alla schiena che non la lasciarono mai per tutto il resto della sua vita. Le cronache dell’epoca raccontano però di una ragazzina così generosa da perdonare subito il cavallo che l’aveva fatta cadere, tanto da occuparsi del suo sostentamento una volta finite le riprese.
Famosa anche per le sue storie sentimentali e per i numerosi matrimoni, il primo che la portò all’altare appena diciottenne, fu Conrad "Nicky" Hilton Jr., erede della famiglia Hilton. Dietro questa non felice unione che durò solo pochi mesi, sembra ci fosse la mano della MGM, che fece di tutto per poterla far fidanzate con l’erede Hilton, tanto da pagarle l’intero matrimonio, il costoso vestito da sposa, e perfino la vestaglia bianco per la sua prima notte di nozze. Ma la realtà questa unione era molto più brutta di quella indicata come “differenze inconciliabili”, sulla sentenza di divorzio.
Nicky era un violento dedito all’alcool e al gioco d’azzardo ed Elizabeth si ritrovò appena maggiorenne, con una storia d’amore e un matrimonio disastroso alle spalle. Ma non è tutto, il suo film successivo “Love is Better Than Ever”, fu una pellicola di serie B, che le venne data come “punizione” per aver lasciato il marito violento. Per la MGM infatti uno scandalo mediatico era peggiore della salute fisica e mentale di una delle sue più grandi star.
Dietro queste scelte c’era comunque la presenza di una madre ossessionata dalla carriera della figlia. Come spesso succede nei bambini prodigio, Liz sentiva la necessità di avere una vita normale fuori dall’occhio pressante delle telecamere. Già a 16 anni aveva esternato la sua volontà di abbandonare il mondo del cinema, ma fu proprio la madre che glielo impedì mettendo in campo non soltanto i suoi sensi di colpa nei confronti della famiglia, ma anche quelli nei confronti dell’America stessa che la adorava e non comprendeva che quella ragazza così coinvolgente nel modo di interpretare personaggi, a volte anche molto più grandi della sua età, in realtà era una ragazzina che sognava di giocare con i compagni di scuola.
Il successivo marito di Liz fu l’inglese Michael Wilding un attore britannico più grande di lei di 20 anni. Dopo la nascita di due figli il matrimonio finì soprattutto dopo la scoperta di numerosi tradimenti da parte di lui, che riempirono intere pagine di giornali. Hedda Hopper una nota giornalista dell’epoca, tentò in tutti i modi di impedire questo matrimonio che a suo dire nascondeva un oscuro segreto. Sembra infatti che Wilding più che a Liz, fosse molto legato ad un suo amico intimo. Il matrimonio ci fu lo stesso, ma per tutta la durata non placò il gossip su questa unione molto discussa soprattutto per i "gusti sessuali" del consorte.
Dopo il divorzio nel 1957 il terzo marito della Taylor fu Mike Todd, famoso e potente produttore. Il loro fu un matrimonio a cinque stelle se si pensa che solo per festeggiare un compleanno della moglie, affittò il Madison Square Garden invitando diciottomila persone e trasmettendo tutto sulla rete televisiva CBS. Todd incredibilmente ricco, riempì la Taylor di regali costosi e gioielli che non impedirono però all’attrice di lasciarlo, ottenendo una cospicua somma di denaro dal divorzio.
Lavorativamente parlando in quegli anni la Taylor girò moltissimi film tra cui “Il Gigante” nel 1956 con James Dean e l’incredibile “La Gatta sul tetto che scotta” del 1958 con un’indimenticabile Paul Newman. Proprio la morte di James Dean a cui era legatissima, devastò Liz che fu costretta a girare anche dopo la scomparsa dell’amatissimo attore. Il destino a volte crudele con questa ragazza cresciuta troppo presto, era però alle porte quando nel 1961 iniziò a girare il kolossal Cleopatra. All’epoca era sposata con il quarto marito Eddie Fisher che prima di lei era fidanzato con una sua amica, Debbie Reynolds. I giornali dell’epoca diedero ampio risalto a questo triangolo, non sapendo che il meglio doveva ancora venire.
Per Cleopatra Liz ricevette un compenso di un milione di dollari, la somma più alta mai pagata ad un’attrice, ma quel film non rimase memorabile per quel particolare economico, piuttosto l'incontro sul set con Richard Burton. Fu così che nel 1964 riallacciando platealmente l’amicizia con Debbie Reynolds a cui lo aveeva sottratto, comunicò al mondo il divorzio dal quarto marito e intraprese la relazione più importante e controversa della sua vita, quella con Richard Burton.
I due si sono sposati, divorziati e risposati nuovamente formando una delle coppie più iconiche del mondo del cinema. Tra i vari ritorni e separazione Burton regalò alla Taylor un diamante di 69 carati. Quando i due divorziarono lei lo mise all’asta, e usò i soldi per finanziare un ospedale in Botswana. Indubbio è che Cleopatra ancora oggi è uno dei cult cinematografici, che mandò quasi in bancarotta la casa di produzione visti i costi stratosferici della produzione. Durante le riprese Liz rischiò anche di morire per uno dei suoi frequenti attacchi di polmonite. Fu trovata da un’assistente praticamente senza vita e venne salvata solo da una tracheotomia d’urgenza.
Il film le fece comunque vincere il suo primo Oscar, battendo Shirley MacLaine che per tutti era la favorita. Nel 1976 dopo l’ultimo divorzio da Burton, Liz si sposò nuovamente e portò all’altare nel suo settimo matrimonio, il politico John Warner. In quel periodo l’attrice era già avvezza all’uso di pillole e all’abuso di alcool, e questi furono i motivi del divorzio nel 1982. Passò qualche anno e nel 1991 a sessanta anni, si sposò nuovamente con Larry Fortensky di venti anni più giovane di lei. I matrimonio durò solo cinque anni lasciando la Taylor depressa e malata.
Passò infatti gli ultimi anni della sua vita combattendo con molti problemi di salute, lottando con le dipendenze e il diabete. Subì più di 40 interventi chirurgici, tra cui la sostituzione dell’anca, un’isterectomia, alcuni trattamenti per un cancro alla pelle, insufficienza cardiaca e un tumore al cervello. I suoi oltre 100 ricoveri ospedalieri le impedirono con enorme dolore, di continuare a recitare perché nessuna compagna cinematografica, visto il suo stato di salute, avrebbe assicurato la sua presenza sul set.
Morì il 23 marzo del 2011 nell'ospedale Cedars- Sinai di Los Angeles a 79 anni per un’insufficienza cardiaca. La sua bara arrivò quindici minuti dopo l’inizio del funerale per sua espressa volontà. Diva nella vita ma anche nella morte. Lasciò però un’eredità importante e non solo a livello cinematografico, la sua fondazione per la ricerca sull’AIDS, nata dopo la more del suo amico Rock Hudson, continua tutt’ora a raccogliere milioni di dollari.
Grande amica di Michael Jackson con cui condivideva il passato da bambina prodigio. Pochi sanno che fu la madrina di Prince Michael il secondo figlio del cantante, e che fu proprio lui a portarlo via da New York l’11 settembre durante l’attacco alle Torri Gemelle convinto che fosse in pericolo. Adorava i profumi e ci mise 25 anni a crearne uno che uscì con il nome di “Violet Eyes”. Quando il terzo marito Michael Todd morì in un incidente aereo, si convertì all’ebraismo. Non amava essere chiamata Liz perché il suono di questo nome a suo dire, somigliava troppo ad un sibilo. Vinse due Oscar per le sue interpretazioni in "Who's Afraid of Virginia Woolf?" e "Butterfield 8" ma fu nominata cinque volte nel corso della sua carriera.
A soli 15 anni ebbe una relazione con il futuro presidente degli Stati Uniti Ronald Regan, che all'epoca ne aveva 36 ed era all'apice della sua carriera di attore. Tanti furono i premi e i riconoscimenti ricevuti, uno dei più prestigiosi quando aveva 67 anni, il titolo di Dame Commander of the Order of the British Empire dalla regina Elisabetta II.
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